Racconto a sorpresa

Fogli, documenti, scartoffie.
Tutto alla rinfusa, tutto su una libreria che raccoglie di tutto. Persino una caramella succhiata.
E tra bollette da pagare, fatture dei lavori di ristrutturazione e scontrini che iPapy conserverà fino al prossimo anno santo c’è una busta dei Piccoli Grandi Cuori.
Di primo acchito l’avrei buttata senza nemmeno aprirla, tanto non abbiamo mai tempo di leggere nulla…

Poi il ripensamento ed eccomi qui a leggere il racconto della festa dello scorso anno:

(…) E’ la festa dei Piccoli Grandi Cuori, sì non è la festa dell’associazione, è proprio la festa dei bambini che con coraggio, con forza, hanno superato un momento importante della loro vita.
E’ la festa di tutti quelli che con il cuore ogni anno, uno dopo l’altro, senza soluzione di continuità, hanno cercato di aiutare un cuore a crescere, a battere, a vivere.
Con questa festa un anno finisce e un anno ricomincia, perché la nostra vita da chirurghi non inizia il primo giorno di ogni anno ma, se esiste un inizio e una fine, certamente l’inizio è il primo giorno dopo la festa dei Piccoli Grandi Cuori.
Quest’anno è davvero tutto particolare, i bambini sono sempre più numerosi e fai sempre più fatica a riconoscerli, alcuni perché sono diventati grandi, altri perché in soli pochi mesi sono completamente cambiati e tu te li ricordi come erano in ospedale e qua è tutto diverso. Sarà il sole, sarà la musica, sarà la gioia disegnata sui loro volti, ma sono diversi e non è facile riconoscerli tutti.
E ci sono sempre tutti quelli che sono presenti e quelli che non sono arrivati.
Certo basta un attimo, un ricordo, e la loro storia viene subito chiara nella mente perché ogni storia è una storia particolare e non può essere confusa, mischiata con nessun altra.
Per noi è come entrare nella nostra vita, nel nostro passato più o meno recente, è un segno del nostro impegno, delle nostre paure, delle nostre speranze, delle nostre gioie e dei nostri dolori, dei nostri successi e degli insuccessi, un segno del nostro lavoro, della nsotra vita.
(…) E’ arrivato, presto ed inaspettato, il tempo di ringraziare chi si è impegnato alla riuscita della festa (…). Ma io devo ancora una volta ringraziare i bambini che con il loro sorriso ci danno ogni anno la carica per continuare, riempiono i buchi del nostro cuore e ci danno la forza di continuare a scrivere nuove storie.
Certo come recita una canzone che si sente arrivare da lontano fa rumore muoversi tra gli ostacoli del cuore, non è facile ma bisogna continuare la nostra festa.
Ora ho capito cos’è la Festa dei Piccoli Grandi Cuori: non è una festa ma il nostro sogno e quello che sogniamo continuamente, quello di poterci tutti incontrare ad una festa così il prossimo anno.

Prof. Gaetano Gargiulo

Questo è l’uomo che uscito da sette ore di intervento a Cesare ci ha chiesto Come va?.
Scusateci se è poco.

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Comments

barbara
12 Aprile 2007 at 09:34

Di persone come il Prof. Gargiulo purtroppo ce ne sono poche.
Oltre che operare bene è anche un bravo narratore.



Tiziana
13 Aprile 2007 at 08:28

Quell’uomo è anche quello che ha alzato il pollice in alto per dirci che Ottavia, sei ore d’intervento e 1 kg e 900 grammi di peso aveva superato brillantemente l’intervento!!!!! Per noi super grande uomo!!!!!! Baci a tutti



17 Luglio 2009 at 20:09

sei un grande prof.ti avremo sempre nel cuore hai salvato la nostra bimba.baci a tutti ti pensiamo sempre



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