Aspettative
Care maestre,
ci avete dato un compito davvero difficile quando ci avete chiesto:
ma voi, cosa vi aspettate da Casaglia?
Tre anni fa, come oggi, Cesare era lì in un lettino in stanza 6.
Stavano stabilizzando lo scompenso cardiaco e le porte della sala operatoria si stavano riaprendo per lui.
Con tutto quello che sarebbe venuto dopo.
Questo è un imprinting difficile da dimenticare.
Si diventa come soldati di guerra di trincea, con l’elmetto ben calato sulla testa che tiene dentro un solo pensiero: la speranza di arrivare vivi a domattina.
Lo sappiamo che da allora di domattina ce ne sono stati tanti. Sappiamo che le cose non sono rimaste lì, che Cesare non è più quel bambino tra la vita e la morte.
Ma lo è stato.
E adesso?
E adesso lo guardiamo, stupiti, camminare sulle sue gambine. Prendere felice lo scuolabus che lo porta a scuola da voi.
Lo vediamo tornare a casa la sera con tante nuove storie. Con nuove cose imparate, dalle braccia conserte all’aragosta da dipingere.
Con tanti amici di cui raccontare. Con un bosco di avventure da scoprire.
Lo aiutate a crescere nel suo percorso di autonomia, lo aiutate a imparare a stare con gli altri bambini, lo aiutate a fermarsi su un obiettivo.
E trasformate tutto questo ogni giorno in una nuova eccitante avventura che lui non vede l’ora di vivere.
Cosa potremmo aspettarci di più?
Grazie, care maestre di Casaglia.
Grazie per quello che gli regalate – e ci regalate- ogni giorno.
😀