Deprogrammazione

Bisognerebbe sempre pensare prima di aprire bocca.
Regola valida ancor più quando in casa c’è un duenne in piena fase di esplorazione del linguaggio.
Ecco, non lo abbiamo fatto.

A fine luglio, a seguito di un banale incidente domestico, ad iPapy è scappato un fragoroso Porca puttana!
E il Tatino, sempre pronto a cogliere l’occasione, ha subito imparato e nell’aria si sono levati, come aquiloni pronti a spiccare il volo, Pocca puttana! a profusione.

Le abbiamo provate tutte.
Dall’indifferenza ostentata, a quella meno ostentata, al non si dice! (più o meno convinto), al secco NO!.
Sembrava l’avesse più o meno dimenticato, ma invece…

IngressoIeri pomeriggio eravamo alla festa dei Piccoli Grandi Cuori quando il Pocca puttana! ha fatto il suo debutto in società: bello, chiaro e ben scandito.

E allora stamattina corso intensivo di deprogrammazione:

Pocca puttana!
Perdindirindina!
Pocca puttana!
Perdinci!
Pocca puttana!
Cribbio!
Pocca puttana!
Accipicchia!
Pocca puttana!

Ed eccoci ad adottare una tattica più sottile:
Per Bacco!
Shhhh… non si dice per Bacco!

Faccino dubbioso…
Pocca puttana! Peccacco!

Insomma, piano praticamente fallito… qualcuno ha suggerimenti?

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Comments

Claire
4 Settembre 2006 at 03:44

Devi aspettare un pochino… che apprenda e capisca un po’ di piu’ degli argomenti che nomina… allora si’ che CERTE cose faranno effetto 🙂
Ricordo che mia madre, educata in collegio dalla Suore per capirci, e che era riuscita a non farci dire neppure una parolaccia dalla nascita alla fine del Liceo, mi ha praticamente UCCISA un giorno, mentre facevo l’universita’, in cui, stufa del mio – ehm – “intercalare volgare”, mi ha lanciato un: .



vic
4 Settembre 2006 at 04:09

Noi ce l’abbiamo fatta con un più inoffensivo “mannaggia alla pupazza!”, che lo appaga e diverte molto (certi suoni suscitano ilarità spontanea: “paraspifferi” fu un successone, ad esempio).
Certo che fuori Roma e dintorni può apparire un po’ strano.

Aneddoto: una volta, durante una cena natalizia, un bambino gelò la tavolata esclamando “OCCODDIO!”. Rumore di cucchiai che cadevano nel piatto. Solo dopo capimmo che era il suo modo di dire “coccodrillo”, come provato anche dall’illustrazione dl librino che stava sfogliando.





4 Settembre 2006 at 12:53

Incrociate le dita che oggi pomeriggio a colpi di “non si dice Perbacco!” lui reagisce con

PECCACCO!! [RISATA]
PECCACCO!! [RISATA]
PECCACCO!! [RISATA]…



Angela
5 Settembre 2006 at 01:28

😀 😀 😀



ostinata
5 Settembre 2006 at 16:32

non c’è speranza la parola cazzarola (cazzarola!!!! ci è scappata) fa trooppppoooo ridere, abbiamo provato con un piu sottile cacchiarola ma non ci si diverte. La doppia zeta ha un suono affascinante.



7 Settembre 2006 at 03:14

Fantastico!
Io ho un figlio di quasi tre anni e ti dirò, ho notato che più gli stai sotto (negli improperi) e più lo fanno per gioco … parlo del ripeterlo.
Provate ad ignorare queste sue affermazioni e a valorizzare maggiormente altre frasi … magari migrate la sua concentrazione su altre parole!
Ma non dargli e\o imporgli blocchi.
In questa fase prendono consapevolezza dei divieti e della loro prima capacità di reazione, la disobbedienza.
Prova, male non gli farà di certo!
Ciao!



Daniela
7 Settembre 2006 at 04:23

credimi tra un po’ la parola innominabile verrà dimenticata;successe così anche con il mio,è solo la novità,una parola che non di deve dire…ma è così bello dare contro a mamma e papà!!!Adesso che ha 6 anni Matteo ci rimprovera a muso dire se ce ne scappa una!!Ciao



Francesca
9 Settembre 2006 at 17:08

ciao!
ank’io, un po mi ricordo, un po mi ricordano i miei, ma a 2-3 anni dicevo una parolaccia, STRONSO, di cui non avevo assolutamente idea del significato.. avevo solo capito che “potevo” dirla quando ero arrabbiata, ma senza alcun intento offensivo!!
poi presto ho trovato parole + belle da ripetere, e quindi quella l ho lasciata, dimenticandola…..
xò a pensarla mi fa ridere 🙂



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