E’ morto Enzo Biagi. Tra i Commenti a caldo quello più vicino alla percezione che ho di Biagi è quello di Michele Serra:
Il titolo del suo programma di maggiore impatto e di maggiore ascolto non per caso fu “Il fatto”, una sorta di rivendicazione asciutta della materia prima del giornalismo. Usava la televisione come un foglio di carta, ovviamente conoscendone la potenza centuplicata, ma ignorandone ostentatamente tutto l’armamentario di effetti, il linguaggio pletorico e/o aggressivo, la rumorosità e la lucentezza eccessiva.
(Via Repubblica.it.)
Mi viene in mente un toccante racconto, pescato dagli archivi RAI di qualche vecchio blob, del ritorno a Bologna dopo la fine della seconda guerra mondiale, vagando tra le macerie e ritrovando i volti degli amici sopravvissuti.
La costanza di un mezzofondista, scritti e libri su ogni epoca del novecento italiano. Un registratore dalle opinioni a volte prevedibili ma che non ha mai perso un colpo, con una sola eccezione.