Quando ho letto distrattamente il twit de l’Unità di ieri il ricordo si è riacceso in un istante: vivido, e intenso. Gli applausi scroscianti sui titoli di coda al cinema Medica di Bologna salutavano Daria Bonfietti e i familiari delle vittime di Ustica, salutavano il regista Marco Risi e il protagonista Corso Salani.
Un’emozione corale, un comune sentire in quella sala dai pesanti tendaggi di velluto, un abbraccio intorno a chi aveva un bisogno estremo di essere abbracciato. Anche oggi.
Il Muro di Gomma è un film che andrebbe proiettato nelle scuole una volta la settimana, non solo nel 2010 del trentennale della strage, per non dimenticare di quale pasta oscura è fatta la nostra storia. Ne parlava anche Luca in radio stamattina.
E la recitazione intensa, civile, sentita, la parlata toscana di Corso Salani è stata la linfa di quel film. L’onda portante dello sdegno e della voglia di sapere di Andrea Purgatori e di chi cerca la verità da trent’anni sui cieli di Ustica.
La sua voce tesa, calda, impacciata non ha mai smesso di risuonarmi nelle orecchie:
Di’ono ‘he è stat’un missile!…
…
E ‘osa ci raccontano quelle particelle di fusoliera?
Non si muore a 48 anni, non è giusto. Proprio no.
Addio Corso, ci mancherai.