MobileMe – altri 60 giorni gratis

Nella notte mi è arrivato un asciutto comunicato di Apple che, come già successo al momento del lancio, si scusa per i problemi del nuovo servizio MobileMe e offre 60 giorni gratis come omaggio di scuse.

MobileMe offre 2 mesi gratis per scusarsi

Nella mail è contenuto anche un link verso una pagina con maggiori dettagli.

La durata del servizio si allunga così a 15 mesi, estensione che fa molto comodo a noi vecchi utenti che ogni anno ci interroghiamo sul perché rinnovare, pagando uno dei costi nascosti di MacOS X, un servizio che ha ormai diversi omologhi gratuiti nel web2.0.

Nel mio caso la decisione di inizio ottobre si sposta a inizio 2009 e mi riprometto di provare a fondo tutte le feature di MobileMe. L’integrazione di tutte le componenti e le applicazioni del Mac OS è la cosa che mi piace di più del mondo Apple, la ragione per cui mi ostino a usare Mail e Safari invece di Thunderbird e Firefox, o, in ambito leggermente diverso (applicazioni Apple built-in rispetto ad applicazioni Apple a pagamento) iMovie invece di FinalCut Express.

MobileMe – 30 giorni gratis

mobileme_email.png

MobileMe, il nuovo servizio online di sincronia dati con cui Apple ha sostituito dotmac, ha avuto qualche problema di lancio.

Come utente storico di dotmac ho ricevuto un email di scuse, in un linguaggio abbastanza diretto e colloquiale (poco PR per intenderci) che culminava nell’omaggio di 30 giorni di estensione dell’abbonamento:

We want to apologize to our loyal customers and express our appreciation for their patience by giving all current subscribers an automatic 30-day extension to their MobileMe subscription free of charge. Your extension will be reflected in your account settings within the next few weeks.

Si gradisce l’omaggio riparatore; soprattutto si gradisce la franchezza e la trasparenza di un email che ammette esplicitamente i “grossi problemi” (ora risolti) avuti dalle web apps.

Nell’email si approfitta per fare chiarezza rispetto al termine “push”, inteso come sincronia istantanea. Apple promette di non usarlo poiché attualmente il sistema si prende fino 15 minuti di intervallo. Lo chiameranno “push” quando sarà effettivamente quasi istantaneo.

Vorrei poter girare questo email ai grandi strateghi del marketing telefonico nostrano, per ripensare le loro tariffe a caratteri cubitali con asterisco ed eccezioni scritte a corpo 7.

Vittorio Zucconi ce l’ha con Fredric Brown?

La storia si ripete: un anno fa Vittorio Zucconi celebrava i 10 anni di Google alludendo al celebre racconto di Fredric Brown.

Oggi in un pezzo di colore sull’iPhone come evoluzione ultima del concetto di computer succede la stessa cosa:

Uno scrittore americano di fantascienza immaginò negli anni 50, quando i calcolatori erano ancora grandi come vagoni ferroviari e lenti come calessi, che un giorno i potenti della Terra si sarebbero raccolti attorno al computer più potente del mondo collegato a tutti gli altri computer, per rivolgergli la domanda che ci tormenta da sempre: Dio esiste? E la macchina avrebbe risposto: “Adesso, sì”. Neppure lo scrittore di fantascienza osò tuttavia immaginare che dopo pochi anni, la “macchina di Dio” sarebbe divenuta tascabile.

Capisco la resistenza a citare direttamente il link di un blog, per non far uscire il lettore dal sito di Repubblica.it ma citare l’autore di un libro, oltretutto celeberrimo, che male fa?

Devo forse segnarmi fra 10 anni di scrivere un post tipo un celebre corrispondente dall’America di Repubblica era uso citare autori di fantascienza senza nominarli?

Su Mac OS X non si deframmentano i dischi

O meglio: non lo si fa quasi mai. Capito caro neo utente Mac con nostalgie Nortoniane?

Ce lo spiega l’apposito documento Apple appena aggiornato:

Do I need to optimize?

You probably won’t need to optimize at all if you use Mac OS X. Here’s why:

[…]

e conclude, con l’inconfondibile stile Apple:

If you think you might need to defragment

Try restarting first. It might help, and it’s easy to do.

Goodbye dotmac and thank for all the fish

Goodbye dotmac and thank for all the fish

Originally uploaded by hanfed.

Finisce la WWDC, l’iPhone regna incontrastato e nell’entusiasmo generale in un angolino si estingue il glorioso servizio online di apple, dotmac. ex iTools di cui sono utente della prima ora.

Giustamente criticato, in epoca di google apps e di svariate alternative online, ha preso l’unica strada che poteva prendere: MobileMe è un servizio di sincronia e condivisione dei dati globale tra mac, pc e iPhone, per un’utenza sempre più in movimento e (fortunata lei) dotata di multipli device con cui accedere ai propri dati.

La lettera mi è arrivata ieri alle 21:43. Giusto il tempo di finire il keynote, mettere online il filmato e resettare la storia degli strumenti online di Apple.

1998-2008: 10 anni di keynote

Manca poco più di un’ora al keynote di Steve Jobs con le novità Apple per il 2008. La solita tempesta di ipotesi si impenna fino all’ultimo. Tutti aspettano un subnotebook, un qualche oggetto fantascientifico, lo sbarco su Marte.

Guardando l’ultima cifra dell’anno in corso mi rendo conto che sono ormai 10 orbite terrestri da quando ho iniziato a seguire i Keynote di Steve. Crescente eccitazione prima e durante, discussioni peggio dei processi calcistici subito dopo. Ognuno a proiettare su Apple le aspettative più improbabili. I commentatori e Apple stessa a convincerti che erano prioritari passi fondamentali, milestones, come il consolidamento di standard industriali: USB al posto di ADB, QuickTime versione 3 (era il 1998, appunto), fino a Mac OS X in tutte le sue incarnazioni.

Ora Apple è pienamente risanata, carica di liquidi e capitali per produrre innovazione a più non posso. E’ addirittura quasi monopolista nel mercato della musica e dell’entertainment, fa scelte meno “affascinanti” e più strategiche. Ha masse di nuovi fan dall’atteggiamento meno da adepto e più da fan dalla delusione facile.

Strano panorama, vorrei tornarci con più calma.

Eppure il Keynote è un momento importante, il momento più alto della comunicazione Apple, come spiega molto chiaramente Antonio nel suo libro Emozione Apple, da cui si capisce ben più dei dettagli tecnici e markettari di cui si riempirà il sito ufficiale a keynote concluso. Dove Steve mette l’accento, anche se non ti spiega tutte le feature dei nuovi prodotti, quello è il baricentro della nuova strategia, il fulcro dell’innovazione. Che piaccia o meno, che lo compriate o meno.

Non vedo l’ora di commentare il filmato in differita con gli amici stasera. Alle 18 ho un appuntamento importante, niente diretta.

Buon live coverage, ragazzi. Vi invidio.

Apple banqueting

Tre giorni fa sono stato ad un seminario di Apple Italia riservato a clienti selezionati.

L’occasione era presentare le funzionalità di podcast producer di Mac OS X 10.5 Leopard server. Nessun segreto rivelato, com’era da aspettarsi, ma un’ottima presentazione, dai toni rilassati e colloquiali, quasi del tutto priva di enfasi markettara che mi ha risparmiato una lunga analisi della documentazione di Leopard server.

Non era per blogger ma è come se lo fosse stato. Si sono toccati aspetti da coda lunga (democratizzazione dei mezzi di produzione, contenuto multicanale destinato a nicchie diverse, etc. Non diro’ altro: tutte le slide erano targate apple confidential). Un seminario per gettare semi per altri incontri one-to-one a richiesta.

Una formula che ha funzionato: poche persone (15-20) di estrazione omogenea, tempo una mattina (giusto ma senza abbondare) per ascoltare e domandare, confrontarsi con gente conosciuta ed essere trattati alla pari anche dai vertici di Apple Italia cui chiedere lumi per i propri progetti. Alcune domande hanno trovato risposta, altre sono state elegantemente rinviate ad incontri di approfondimento.

Mi chiedo come sarebbe stato un incontro del genere dedicato ai blogger, che tenesse sapientemente in conto il potere di “divulgazione critica” della blogosfera più periferica.

Il buffet (anzi, il banqueting come recitava il marchio sui tovaglioli) era favoloso e ha fatto da collante per la parte più social, condita dalla solita atmosfera surreale da “ti conosco da una vita e ti saluto con un cenno del capo”. Valeva il viaggio nella nebbia in pieno sciopero dei TIR.

P.S.: il blocco appunti omaggio verrà devoluto in beneficenza.

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