Diamo un blog a Steve

Let’s give Steve a blog

Chuq ci racconta, senza fare cognomi ma solo un nome, di quella volta che ad una riunione con i soliti sospetti (PR, Marketing, Legal) intenti a creare nuovi canali di comunicazione tra Apple e il pubblico tirò fuori l’idea di un blog che sarebbe stato il blog più letto del pianeta.

La paura del capo fece tornare l’idea nel cassetto, il messaggio adobi et orbi l’ha fatta tornare fuori, almeno come proof of concept.

iPad vs. Kindle

Il primo vantaggio del Kindle è di essere un gateway istantaneo verso una cospicua fetta del catalogo di Amazon. Niente spese di spedizione, clic su Shop in the Kindle Store e via.

L’interfaccia a pirullo multidirezionale è roba da anni ’90 che fa dimenticare il beneficio della lettura su display e-ink. La gestione della collezione di libri completamente assente.

E se Amazon si limitasse a metterci il catalogo e a raccogliere i profitti?

As for Amazon, they might wind up delighted with this thing. Apple’s in the business of selling devices first, content second. I think Amazon is in the content business first, the device business second. A world where Kindle hardware sales pale in comparison to the iPad but where there’s a very popular Kindle app for iPad that competes against iBooks is not a bad situation for Amazon. Apple is only selling e-books for use on their own devices; Amazon is willing to sell e-books anywhere they can.

(via Daring Fireball: Various and Assorted Thoughts and Observations Regarding the Just-Announced iPad)

Il Tablet dopo tanti keynote

Apple Media Event January 27th.jpeg

Il keynote di stasera di Apple arriva dopo una lunga serie di eventi simili che hanno contrassegnato la seconda era Jobs dal 1997 ad oggi. L’aspettativa però è seconda forse solo alla presentazione del primo iPhone.

Eppure il copione ce lo si può immaginare facilmente insieme agli eventuali fattori di smorzamento di entusiasmo come disponibilità limitata iniziale, i relativamente pochi contenuti disponibili, immissione sul mercato europeo ed italiano tardiva.

Difatti questi aspetti sono quelli che trattengono noi vecchi utenti dallo spaccare il salvadanaio la sera stessa dell’evento e dall’incollarci ai siti di news (magari anche complice il dover mettere a tavola alla stessa ora due ibabies affamati)

Abbiamo seguito eventi in un’epoca in cui Apple arrancava inseguendo il tradizionale concetto di computer e ricarrozzandolo con l’eleganza e la potenza for the rest of us. Abbiamo passato keynote su keynote a sfatare il mito dei megahertz, a sollazzarci per la collaborazione di nuovi editori di giochi e di una scheda video decente di serie, mentre la concorrenza PC sfornava GPU fumanti macinapoligoni. Ricordo tristemente applausi per una porta firewire sugli iBook (Parigi 2002, se non erro. Del resto i PC manco sapevano cosa fosse, ai tempi).

Era però un’epoca in cui si sperava che il keynote successivo sfornasse l’erede del Newton, una sorta di ipod con schermo e interfaccia firewire (ho il mockup di un improbabile iFire in qualche vecchio mail) e si credeva facilmente a fotomontaggi proprio come oggi. Per questo si perdeva di vista l’evoluzione graduale di una ditta che doveva prima consolidare le fondamenta, sia pur innovando, inseguendo un mercato precostituito, dove un iMac male accolto significava guai seri.

Poi sono arrivati iPod e iPhone, la conquista del mercato PC con iTunes e BootCamp e quindi un’era di liquidità e di nuovo mercato (itunes store, App store) creato da Apple stessa. Da iPhone in avanti Apple ha mano più libera e disegna i contorni dei suoi prodotti e dei suoi servizi. Questo non significa successo automatico, anzi. Piuttosto scrittura delle proprie regole.

E ormai le regole di Apple le conosciamo bene: prodotti ben riconoscibili e interfaccia su tutto. non dimentichiamoci intere sezioni di keynote per un bottone su una finestra del Finder o su un’iApp come iPhoto o iDVD. Ergonomia ed eleganza, mettere in condizioni l’utente di creare, lavorare e divertirsi dimenticandosi quasi dei comandi che sta impartendo alla macchina. Messa a frutto appieno dei building blocks di Mac OS X (OpenGL, Core animation, core audio, etc. etc.). Gentile e fermo allontanamento di chi si discosta dagli utensili ufficiali. E infine calata del prodotto nel mondo reale sullo sfondo di un servizio come iTunes store, dove un utente giovane, sorridente, multirazziale, vestito casual, fruisce del mondo multimediale tutto a portata di dito. L’apoteosi del prodotto olistico, nel bene e nel male, non chiuso ma osservante di regole e componenti che non alterino l’esperienza Apple. Prodotto che prende quel che gli basta dal mondo open source per iscriverlo nel “canone Apple”. Lontano, se non antipodico, al modello Google (con ampie sacche di chiusura anch’esso), un’azienda gestita da ingegneri e non da designer, col focus sulle funzionalità prima che sul “tutto”. Concorrente ideale.

L’attesa c’è anche per noi vecchi utenti, dunque. Apple è vicina alla realizzazione di progettare il personal computing come vuole lei. Speriamo che non ci deluda. Un fatto mi conforta: Apple in genere arriva a darti la feature che manca proprio quando allunghi la mano per cercarla, quando sperimenti qualcosa che vorresti fosse fatto meglio, più elegante, più fluido, più Apple. Io in questi giorni faccio fatica a sfogliare le pagine dei miei eBook sul mio amato e neoarrivato Kindle.

iTunes 9.0.1: l’aggiornamento che cura il Mini Player

Avevo appena fatto in tempo a notare il cambio di comportamento dell’interfaccia di iTunes 9 che Apple fa uscire l’aggiornamento a iTunes 9.0.1 che tra, le altre modifiche, fa ritornare il comportamento usuale del bottone di zoom:

iTunes 9.0.1 provides a number of important bug fixes, including:

  • Resolves issues browsing the iTunes Store.
  • Addresses a performance issue where iTunes may become unresponsive.
  • Fixes a problem where iTunes may unexpectedly quit.
  • Fixes a problem syncing Podcasts in playlists to iPod or iPhone.
  • Fixes a problem sorting albums with multiple discs.
  • Addresses an issue with the Zoom button not switching to Mini Player.
  • Improves application syncing for iPod touch and iPhone.
  • Genius is now automatically updated to show Genius Mixes.

(via Aggiornamento Sofware di Mac OS X e iTunes 9.0.1 su Apple Support)

In rete se ne è accorto già Macworld ma non la stessa Apple che non ha ancora aggiornato la pagina di supporto:

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iTunes 9 Mini Player

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Abituato com’ero a minimizzare iTunes cliccando sul bottoncino verde che commutava fra finestra intera e miniplayer non riuscivo a capire il ritorno al funzionamento tradizionale dello stesso bottone su iTunes 9.

Un po’ di esplorazione fra i menu e ho trovato un bel comando Switch From/To Mini Player in fondo al menu View (menu Vista in italiano).

Mi sono poi chiesto quale sarebbe stato il corrispondente comando per il mouse e mi sono detto: è una variante del click sul bottone verde, mettiamoci un option davanti… et voilà, funziona!

Per fortuna a fronte di un cambio di comportamento inaspettato, Apple ha mantenuto la sua consueta logica per il click.

Un giretto su Google e ho trovato riscontro su macosxhints, e una discussione su Newton Poetry che ha causato l’aggiornamento della pagina di supporto Apple.

Update: Apple ha pubblicato l’aggiornamento di iTunes 9.0.1 che sistema l’anomalia.

Perché siamo venuti al MacDay?

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Ti ho invitato da qui e il perché te l’ho spiegato per bene sul sito del MacDay.

Qui non mi resta che segnalare il mio scarno photoset su Flickr (non avevo ricaricato la batteria della Nikon D100) e ringraziare Elena per il mio primo Poken (e per quello di Daria). Prendeteci il vizio così non saremo i soli.

Perché venire al MacDay

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Perché il MacDay 2009 comincia fra un’ora.

Perché quando abbiamo incominciato c’era ancora il System 7, senza la X, senza il Mac OS.

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Perché basta guardare le foto.

Premiazioni MacDay2008

Perché quest’anno c’è un documentario imperdibile.

Perché siamo ancora i soliti inguaribili fan-cazzisti che amano e ameranno sempre Apple come le figurine dei calciatori.

Perché ci sono le pizzate e continuano ad esserci.

Perché Nicola D’Agostino ci racconterà una bella storia.

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Perché abbiamo discusso via BBS.

Perché ci siamo scritti su diverse mailing-list.

Perché a lungo non si è capito se era meglio FreePPP o il PPP di Mac OS 8.

Perché noi it.comp.macintosh ma con MacSOUP.

Perché Marco Balestra e faqintosh.

Perché ormai c’è il web2.0, flickr, youtube, iChat AV, Skype, sempre in contatto ma è bello ritrovarsi lo stesso.

Perché al MacDay c’erano le catene di dischi in FireWire mentre Windows era ancora perso a cercare le stampati di rete.

Perché lo ZIP drive ha spopolato e la SCSI fumava al MacDay.

Perché da noi portatili Apple come se piovesse ma qualcuno riusciva a venire da lontano anche con una workstation G4.

Perché “al M.A.C. il POC gli fa una PIP” (antica citazione 🙂 ).

Perché ne abbiamo viste tante e tante ne vedremo ma mai mainstream saremo.

Perché RobRota e Tevac.

Perché Settimio e Macity.

Perché ci sono passate varie genie di redattori Applicandiani (con i miei pezzi sempre in ritardo).

Perché 13 anni dopo ci sono i figli di noi pazzi che possono scorrazzare felici per i prati di Casalecchio.

Perché Stefano ha un sito che ha ancora le pagine che finiscono in .html.

Perché con noi c’è sempre ClaZ.

Ciao Claz!

Daring Fireball: Macworld Expo 2009 Predictions

Daring Fireball: Macworld Expo 2009 Predictions: UPDATED APPLE TV — Yes. I expect new hardware, but probably nothing radically new other than increased storage space. But it’ll be in the keynote as a signal that Apple is serious about this market.

[…]

The iPhone was an instant hit, but the iPod wasn’t. Apple grew the iPod from a Mac-only peripheral into a cultural sensation slowly but steadily over three or four years. I think they have a similar long-term plan for Apple TV. And in large part Apple — along with every other hardware maker — is hobbled by the limitations of what content the movie studios will allow them to distribute.

Come di consueto nell’analisi finale delle previsioni pre-MacWorld di John Gruber la parte più interessante non è il cosa ma il perché delle possibili scelte di Apple: le strategie di mercato e la tipica linea di pensiero Apple dovrebbero insegnare qualcosa a tutti i nuovi fan pronti ad esclamare “che figata” o “che stronzata”.

Lo stesso dicasi per i detrattori incalliti.

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