Chi ha esaminato a mente fredda quelle promesse ha capito che non sono affatto a portata di mano, ma una buona parte degli italiani ha sempre creduto che i miracoli si fanno, la bacchetta magica esiste e anche l’asino che vola c’è da qualche parte. Se così non fosse, non ci sarebbe un venti per cento di elettori che vota ancora per Silvio. Silvio c’è e se non ha fatto miracoli è perché finora gliel’hanno impedito i suoi nemici toghe rosse e comunisti.
Meno male che Silvio c’è e dunque anche meno male che c’è Renzi. Si somigliano? Sì, si somigliano e anche molto.
***
La vera — e formidabile — bravura di Silvio è sempre stata quella d’incantare la gente, ma è la stessa bravura di Matteo che sa incantare la gente come Silvio e anche di più ora che Silvio è vecchio e fisicamente un po’ provato.
Matteo è un Silvio giovane dal punto di vista dell’incantamento e quindi più efficace.
Eugenio Scalfari – I Campi Elisi di Silvio l’Ispanico
Categoria: politica
La versione di Rodotà
La risposta di Stefano Rodotà all’editoriale di Eugenio Scalfari che è anche una lettera a tutti gli italiani.
E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. Quando si determinano conflitti personali o politici all’interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice “non c’è problema “, non gira la testa dall’altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com’è andata concretamente a finire.
[…]
Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l’immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd. E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l’alibi del Movimento 5Stelle e con il fantasma della Rete.
Da leggere tutta su Repubblica.it
P.S.: Scalfari ha risposto nuovamente: I 5Stelle fuori dall’Europa.
Starci male
Essere elettori del PD non è scegliere una squadra e spernacchiare le altre tifoserie.
È una cosa che senti dentro, nel tuo profondo.
Le macerie, specie se prodotte self service sono un dolore immenso.
Si sta male. Molto male. Come quando si perde un amico.
Vediamo di cicatrizzare in fretta.
Napolitano Reloaded
Venerdi sera, bruciata la candidatura di Prodi, ho avuto un’intuizione:
Finirà che rieleggeranno Napolitano che rifarà le stesse identiche consultazioni poi richiamerà i saggi… Un mondo di Escher
— Federico Giacanelli (@bolsoblog) April 19, 2013
Quando sabato mattina l’ipotesi prende corpo, Bersani e Berlusconi vanno a parlare con l’interessato. In molti stentiamo a crederci ma iniziamo a rassegnarci:
Se rieleggono Napolitano dobbiamo benedire l’allungamento della vita media e vergognarci per farci salvare da chi non ne può più di noi.
— Federico Giacanelli (@bolsoblog) April 20, 2013
Napolitano ha quasi 88 anni, ha detto che non si sarebbe ricandidato ma ha sempre fondato le sue azioni sul senso di responsabilità. Andarlo a implorare di ritornare mi è sembrato un colpo basso, oltre che una resa alla propria impotenza:
Napolitano ha una coscienza: è ovvio che accetti. Chi chiede questo sacrificio a un uomo di 87 anni lo sa e ha lo stomaco a pelo lungo.
— Federico Giacanelli (@bolsoblog) April 20, 2013
E così arriviamo allo scrutinio: Napolitano conduce sin dall’inizio per un rapporto di 4:1 dei voti ricevuti rispetto a quelli per Stefano Rodotà. Solo briciole ad altri confidati.
Alle 18:15 circa, il magic number è superato:
Come diceva Ian Malcom in Jurassic Park:
Dio, quanto odio aver sempre ragione (Ian Malcolm)
P.S.: Lia Celi l’ha detto molto meglio di me:
Usare un vegliardo come paravento della propria nullità è un’indecenza. Branco di miserabili, loro e chi li voterà ancora
— Lia Celi (@LiaCeli) April 20, 2013
La versione di Ciampi
Carlo Azeglio Ciampi rifiutò il rinnovo di mandato con un comunicato:
nessuno dei precedenti nove Presidenti della Repubblica è stato rieletto.
Ritengo che questa sia divenuta una consuetudine significativa.
E’ bene non infrangerla.
A mio avviso, il rinnovo di un mandato lungo, quale è quello settennale, mal si confà alle caratteristiche proprie della forma repubblicana del nostro Stato.”Roma, 3 maggio 2006
“Ci sono organismi dove Matteo non viene mai”
Sempre a proposito di cambiare le cose da dentro e non da fuori o lateralmente o dalla tv. Ecco le reazioni di oggi alle nuove dichiarazioni di Matteo Renzi:
Le reazioni. Non si sono fatte attendere le reazioni alle parole di Renzi. “Ci sono organismi dove Matteo non viene mai e a cui non partecipa e io credo che all’interno della direzione nazionale del Pd certi argomenti dovrebbero essere discussi con la stessa franchezza e apertura con cui vengono discussi sui quotidiani e in tv “, ha detto il senatore del Pd Ignazio Marino – . Secondo il senatore quella è la sede in cui ci si deve confrontare, anche con una naturale aggressività per sostenere le proprie idee”. Reazione simile da parte di un altro esponente del Pd, Davide Zoggia: “Se Renzi venisse all’interno dell’organismo a dire la sua, molto probabilmente si capirebbe anche meglio qual è la forza che riesce a esprimersi all’interno del suo consenso”.
P.S.: Repubblica, lo sai che separi i tuoi paragrafi con due <br>
? I tuoi articoli sono un unico paragrafo HTML <p>
.
Strategie e sacrifici
Il piano di Matteo Renzi è definito. Lo strappo di oggi è solo una prima tappa. Quella più importante passa per l’elezione del capo dello Stato. Che il sindaco Rottamatore non solo ha deciso di giocare in prima persona. Ma da dentro il Palazzo. Da leader nazionale. Come espressione di un altro Pd rispetto a quello bersaniano. E’ la “fase due” della Rottamazione, la Rottamazione dall’alto, e non più (e non solo) da dentro. Che passa non dalle fumose direzioni di partito, da cui è assente da un po’. Ma da una strategia su due livelli: il Palazzo, dove giocare il grande risiko sul Quirinale. E l’opinione pubblica, da sensibilizzare attraverso una strategia mediatica studiata nei dettagli.
Se quanto ricostruito nel pezzo dello Huffington Post è vero, mi convinco ancora di più di preferire chi le cose le cambia dal di dentro rispetto a chi scatena un assalto da fuori del suo campo di azione.
E mi chiedo, chi, nei media e in altri ambienti, dà supporto a Matteo Renzi senza dirlo apertamente? Le comparaste in televisione sono su invito o su proposta?
E’ lecito far pesare le proprie truppe con mezzi del genere?
Mi trovo d’accordo con Civati: Se devo sacrificare qualcuno
Sacrifico Berlusconi, non Bersani. O Prodi.
E mi chiedo da un mese, anzi, da quando andavo al liceo, perché mai dobbiamo sempre aiutare Berlusconi. E se non lo facciamo noi, troviamo qualcun altro dispostissimo a farlo.
Rimuovimi questo
Non sono pagato da nessuno se non dal mio lavoro di artigiano, non ho votato m5s e non voglio fare polemiche. Non mi sento uno schizzo di merda e nonostante tutto speravo che l’ingesso del Vs movimento potesse dare un vero contributo ad un cambiamento sempre più indispensabile. Non so se aspirare al 100% dei consensi possa essere l’obbiettivo di un un espressione politica in un paese realmente democratico. La capacità di trovare soluzioni si esprime attraverso il confronto, magari duro , onesto e trasparente, ma confronto. Mi aspetto questo ora che ne avete giustamente la possibilità. Uno schizzo vale uno schizzo per parafrasare uno slogan a voi caro e condivisibile in pieno ma tanti shizzi possono fare un fiume, …. ribadisco senza polemiche.
Questo è il commento di Roberto al post di Beppe Grillo “Schizzi di merda digitali”.
E’ un commento che esprime un parere discordante con parole misurate e prive di insulti.
Eppure non lo si può trovare sul sito di Beppe Grillo: fate una prova cercando il cognome del commentatore poi cercate il cognome o il nick di un commentatore che abbia un commento pubblicato sul sito.
Fa parte dei commenti rimossi che vengono recuperati dal sito nocensura: il sito esegue automaticamente la scansione dei commenti del blog di Beppe Grillo e recupera i commenti rimossi.
Nelle Note informative del sito si legge:
- Non si intende violare alcun tipo di copyright o appropriarci di materiale di terzi. Vengono riportati soltanto
i contenuti RIMOSSI, tranne nel caso di rimozione di un sotto-commento, in cui viene riportato (per contestualizzazione)
anche il commento principale. - Non si vuole esprimere alcuna opinione o giudizio o azione diffamatoria nei confronti del blog, ma esercitare il semplice
diritto di cronaca, riportando i fatti avvenuti.
Anche questa è Internet, il luogo dove non puoi mentire (cit.).
I due lati del tavolo
Le consultazioni di Bersani con il M5S in diretta sul canale youtube della Camera dei deputati:
Bersani secondo Luca e secondo Leonardo
Due post oggi mi hanno chiarito le sensazioni contrastanti che sto provando durante i giorni di consultazioni di Bersani presidente incaricato su strada difficile. Sono due post da leggere fino in fondo, scritti da due persone che ci credono per quelli che ci credono, anche se fa male guardare la verità in faccia.
In ordine di tempo ho letto prima il post di Leonardo in cui si asserisce l’ineluttabile destino di Pierluigi Bersani, come unico uomo in grado di portare il PD all’autodistruzione consapevole mentre fa gli interessi del paese ma anche quello di un uomo che non ha saputo incantare gli italiani perché si è ostinato a dire la verità:
Bersani, ho sentito dire da molti, ha fallito la campagna elettorale perché non ha saputo incantare gli italiani. Si è ostinato a dir loro la verità e la verità non è una cosa che ti fa vincere le elezioni. Può darsi che abbiano ragione, però alla fine qualcuno che dica un po’ di verità ci deve pur essere. Non possono tutti dire che si possono rendere i soldi delle tasse e non pagare più i debiti. Anche adesso, mentre la situazione comincia a farsi pesante, Berlusconi ha soprattutto in mente i suoi processi, Grillo è su qualche auto a idrogeno sospesa nel blu del cyberspazio, Bersani è sulla stessa terra su cui camminiamo noi. Dovrà fare concessioni disonorevoli, potrà fare qualche riforma sensata di cui anche stavolta gli disconosceranno il merito, ma alla fine non ci resta che lui, e a lui non resta che suicidarsi così. Se poi trovasse qualche altro “tecnico” da mandare al suo posto andrebbe bene lo stesso, ma non si vede chi e per quale motivo gli converrebbe. È un lavoro impossibile, i margini di successo sono ristrettissimi, se non ce la fai sei morto e se ce la fai sei morto comunque. È un lavoro per Pier Luigi Bersani.
(Via Elogio del suicidio assistito – Leonardo Tondelli)
Poi ho letto la nota di Luca pubblicata su Facebook ma meritevole di un blog personale, che viene dalle viscere e parla ai cuori di chi ci crede sul serio.
In questo Paese c’è da ricostruire una sinistra decente, incardinata su gente altrettanto decente, che non passa il tempo a spargere like e livore su Facebook o sui blog contro la kasta. Gente con meno di quarant’anni che magari non partecipava alla Ruota della Fortuna. Gente che non ha insofferenza per le logiche di partito, come Renzi, perché sa che quel partito, quel 25 per cento di persone perbene, possiedono una forza e una storia che va al di là del nuovo/vuoto e delle tattiche che sostituiscono le strategie, per cui prima servivano le primarie, ma adesso in fondo passare da Palazzo Vecchio a Palazzo Chigi andrebbe benone anche così.
(Via Provate a prenderci – Luca Bottura)
Io penso che gli Psicostorici della Fondazione, guardando le loro pareti piene di equazioni proiettate, sanno già dove andremo a parare e che non potremo fare granché per sfuggire al corso degli eventi.
Tuttavia la psicostoria è una scienza statistica e basta l’intervento di un singolo elemento, non prevedibile dalle equazioni cambiare le cose, nel bene e nel male.
In genere in Italia, negli ultimi cento anni, si tende a preferire il male e gli uomini di spettacolo prestati alla politica.
Sarà forse ora che troviamo un Mulo buono?