(vedi tutto il photoset del 2 agosto)
L’immediatezza delle cronache su Instagram e Twitter insieme alla fatica degli ultimi giorni prima delle ferie mi ha fatto ritardare il post annuale con la galleria di foto del 2 agosto
La lunga camminata dall’incrocio della T, fra via Rizzoli, via Ugo Bassi e via Indipendenza fino alla Stazione di Bologna è un rituale collettivo cui non si può mancare. Non mi sento a mio agio nel mio essere bolognese se non prendo un permesso al lavoro per il 2 agosto per esserci, là in mezzo ai gonfaloni, alle voci e della gente, a quelli che ti guardano dagli archi dei portici di via Indipendenza, agli amici che incontri proprio là in mezzo, alle biciclette, ai padri che portano i figli piccoli, nel lungo corteo che si allunga e si ricompaia come una fisarmonica per poi riempire ogni angolo di ombra in piazza Medaglie d’Oro.
La camminata è in gran parte all’ombra ma quando si giunge di fronte alla Stazione il termometro sulla facciata rimbalza fra i 35 e i 36 gradi, l’autobotte di Hera distribuisce acqua fresca a tutti. Fa caldo ma non importa. Andresti alla stazione anche a piedi nudi quel giorno. Già ma perché?
Perché, come ha detto nel suo discorso il sindaco Virginio Merola noi portiamo una cicatrice
Care cittadine e cari cittadini, la storia che abbiamo tramandato ha funzionato, si è radicata nelle anime, ha preso una goccia di sangue dai nostri cuori, e oggi, ogni bolognese grande e piccolo, porta nel cuore una piccola cicatrice, la cicatrice che questa storia ci ha lasciato.
Una cicatrice che ciascuno di noi porta con orgoglio.
E quando si ha una cicatrice che di per sé non duole ma sente le variazioni del clima, i tentativi di sminuire o alterare la verità, l’unica cosa che puoi fare è non dimenticare e stare vicino a chi la cicatrice ce l’ha sulla propria pelle:
Quel giorno medici, infermieri, ferrovieri, vigili del fuoco, in un clima surreale di pietà e rabbia, in silenzio hanno lavorato ben oltre le ore dei singoli turni. Semplici cittadini volontari e giovani militari di leva sono accorsi in stazione per liberare i feriti sepolti dai calcinacci, per estrarre da quell’inferno piccoli corpicini senza vita che sembravano bambole, ma erano esseri umani. In certi momenti, di fronte alle infinite urgenze e alle scene devastanti, molti soccorritori non riuscivano a nascondere la commozione e a reprimere i singhiozzi, ma hanno continuato ad aiutare e ad aiutarci.
Sappiamo che molti sono fra voi e vogliamo ancora, per questo, dirvi GRAZIE.
Quel giorno nessuno era preparato a fare quello che ha fatto, ma nessuno si è tirato indietro. E quella determinazione, quella dignitosa fermezza ci è stata d’ esempio e di sprone per costituirci in Associazione, per ricercare, ottenere, uniti, giustizia e verità per i nostri cari.
(dal pdf del discorso di Paolo Bolognesi il 2 agosto 2012, via stragi.it)
Il 2 agosto è un comune sentire civile di Bologna tutta, al di là degli schieramenti e dei chiodi arrugginiti girati nelle carni, come scrive Luca Bottura in uno dei suoi pezzi più belli e sentiti in assoluto, che stranamente non ha trovato posto sul Corriere di Bologna cartaceo ma che è stato pubblicato sul corporale blog BOblog:
Basta girare quel chiodo arrugginito nelle carni di chi ha patito la strage di Bologna sulla propria pelle. Basta allontanarsi così tanto dal sentire di una città, la tua, che vuole verità e non guerre politiche. Peggio: partitiche.
Basta, in questa foga revisionista, lasciarsi prendere la mano e attribuire patenti di illiceità a gente che quel 2 agosto di 32 anni fa perse per sempre i propri cari, i propri affetti, il proprio futuro.
Le cicatrici si curano con la pervicacia, con la partecipazione e con la memoria. Dal canto mio, credo di aver saltato due o tre cortei e da quando esiste la fotografia digitale cerco di documentare com’è essere lì in mezzo, a costo di fare ogni anno le stesse foto. Del resto ogni anno si mettono gli addobbi di natale e i fiori ai partigiani. Quando ho potuto ci ho portato i miei figli, dall’età del passeggino in poi e sono stato felice di incontrare i miei vecchi compagni di liceo, in bicicletta e a piedi che ci portavano i loro.
Quest’anno i social network sono un fatto assodato, il Comune di Bologna con Twiperbole e ha fatto un lavoro egregio di partecipazione e coinvolgimento della cittadinanza, dall’emergenza neve, alla progettazione partecipata, alle celebrazioni istituzionali.
Per le celebrazioni del 2 agosto è stato aperto un blog ufficiale: Bologna 2 agosto verso una memoria condivisa. Realizzato su tumblr, una piattaforma che io amo molto per semplicità e potenza, il blog è riuscito a fondere l’idea di racconto della memoria e quello di partecipazione. Al momento del lancio sul tumblr comparivano i contenuti già noti del sito stragi.it; la pubblicazione in forma di sequenza cronologica di contenuti che diversamente presentavano la forma di archivio statico, ha realizzato un climax di avvicinamento alla giornata del 2 agosto. Guadagnando visibilità il blog si è arricchito di contributi originali tramite l’apposita funzione contribuisci di tumblr.
Il risultato era tutt’altro che scontato, poteva fermarsi ad una mera ripubblicazione ed è diventato un percorso, un racconto fatto dal montaggio proprio come nel miglior cinema documentaristico. Ottimo lavoro.
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