Siamo stati tutti piagnoni, l’importante è smettere

Io me la sono sempre ricordata questa cosa, quella che ad un certo punto si diventa adulti e si deve anche imparare ad essere adulti. E cominciare a gestire la propria vita e i rapporti con gli altri in modo molto meno strillato. Molto men “io sto male voi dovete capire”. La gente non capisce, e viva dio. Passeremmo il nostro tempo a stare dietro a chi ci è e a chi ci fa. Tra stare male e stare bene, è più difficile stare bene. Nessuna giustificazione, nessuna attenzione particolare da parte degli altri, nessun occhio di riguardo: stare bene, bastarsi, con i propri problemi, tutti i giorni lì con te. E trovare un modo, un passo alla volta, senza tragedie greche.

(Via Piangiamo insieme, così poi ci diamo di gomito | Sasaki Fujika Blog | © 2003-2012 | ver 4.0)

Un post da applauso che dice con le parole giuste una piccola grande verità nient’affatto scontata.

Qua siamo in sintonia con Sasaki non tanto perché da figlio di addetti ai lavori si riceve per osmosi una certa sensibilità su questi temi, non tanto perché la fase piagnona e vittimistica l’abbiamo attraversata tutti in uno o più punti dei nostri enta, non tanto perché abbiamo detto tutti “non sapete quanti guai ho io”.

Ma perché la società e la scuola in cui siamo cresciuti ci hanno insegnato un sacco di belle cose come fare i compiti, farli in tempo, prendere dei bei voti, essere persone per bene. Quello che non ci hanno insegnato è che la vita è una quest, che si va da qualche parte, e se non sai dov’è quella parte, anche in nessun posto speciale: ho sempre desiderato andarci è una bella meta comunque. Per andare da qualche parte bisogna metterci del proprio, prendersi delle responsabilità, fabbricarsi delle responsabilità se non sono già disponibili.

E se non capisci come fare, non devi mai smettere di guardarti dentro e ora che ci sono la rete, i blog, twitter e tutto il resto siamo tutti nudi di fronte a noi stessi e non è più pensabile smettere di cercare, dentro e fuori di noi.

Perché quando tocca a noi decidere e solo a noi, non ci sono alternative. Stare male è la parte facile e ti fa stare peggio, scegliere è la parte difficile ma ti fa stare bene, per sempre.

P.S.: con questo post Simone si scrolla di dosso l’autodefinizione di “persona triste”.

Splendidi vent’anni

Gran bel post di Dania, da gustarsi lentamente come il vino buono.

Passavamo ore al caffè in campo dei Frari, tra una lezione e l’altra, a emozionarci per quelle parole che sembravano fatte per noi, dette da noi, scritte proprio come se nella penna ci fossero stati i miei capelli neri neri e i suoi occhi grigi.

(Via malafemmena » Le parole tue.)

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