Appuntamento il 2 agosto a Bologna

Stazione di Bologna 2 agosto 1980

Come ogni anno domattina andrò alle celebrazioni per il 2 agosto, sfidando l’Italia in vacanza e la città semideserta.

In genere sono sempre andato con la famiglia e con un amico. Il giorno prima, il primo agosto, ci si passa la voce: sei a Bologna domani? Ci vediamo in Via Indipendenza o in Piazza?

Quest’anno ho deciso di scriverlo sul blog. Chi vuole unirsi lo scriva nei commenti. E’ un’esperienza importante per sentirsi bolognesi, per stare vicino ai familiari delle vittime, per non dimenticare in che razza di paese abbiamo vissuto e ci ostiniamo a vivere.

Ci vediamo alle 9:00 all’incrocio via Indipendenza – via Ugo Bassi, di fronte a piazza Nettuno. Alle 9:15 parte il corteo.

Manifesto 2008 celebrazioni strage 2 agosto 1980

Monito agli assenti

Bloggers want you

Originally uploaded by hanfed.

Ieri sera c’era la cena lunga. Molti c’erano, molti hanno dato forfait all’ultimo minuto.

Questo messaggio è rivolto a te. Avevamo voglia di rivederti. Ci è andata male.

Siamo in possesso del tuo badge. Finora non gli è stato torto un capello. Se vuoi rivederlo integro non puoi mancare al prossimo evento.

Gaspar, bloggers want you!

P.S.: Mafe & Vanz: vale lo stesso per voi ma il vostro badge è riuscito a scappare in tempo.

Una lunga cena colorata

Blurred lafra’s earring

Originally uploaded by hanfed.

Avendo ammesso in un’altra occasione di saper raccontare meglio con le foto che con le parole (beh, almeno più velocemente), rompo gli indugi e pubblico il set delle foto della Cena Lunga di ieri sera a Milano.

Il locale era poco illuminato e molto colorato. Ho lasciato fare al sensore abbacinato da viraggi lisergici. Mano libera e mosso tollerato: Il flash incorporato è male.

Mancano i titoli, mancano le tag specifiche ma ci sono le foto inserite nel simpatico serpentone social.

Per il resto abbiate pazienza…

memestruo

Chi mi conosce dietro le quinte sa che l’argomento mestruazioni è un mio cavallo di battaglia allorché scatta il momento dell’umorismo greve, quello che Elio ha rappresentato egregiamente in Silos e Essere Donna Oggi.

Ho perciò raccolto volentieri l’invito di Elena (poi con qualche ripensamento secondo me immotivato) a rimpallare l’argomento nella blogopalla, immaginando di raccontare qualche iperbolica esagerazione a base di autobotti di mestruo.

Poi ho ripensato al meccanismo, quello che dovrebbe far scattare la risata quando ti va fatta bene: serve l’atmosfera giusta, qualche mente benpensante, la deriva di una serata in battutacce e possibilmente un complice. Perché lo scopo non è parlare effettivamente di liquidi corporei ma di cogliere impreparati gli interlocutori, tra lo stupito e l’imbarazzato e rilanciare la palla con una similitudine sproporzionata. L’accoppiata liquidi biologici + sfera intima è condizione necessaria ma non sufficiente, manca il feedback dei presenti, quello che ti fa capire se ti tirano le scarpe sulla nuca o se scoppiano a ridere.

Ci vuole una TwitterWine o una TwitterBeer ben rodata per costringermi a rivelare il nesso fra l’argomento in esame e un Boeing 747, il Titanic e i bollitori fischianti del 1995, ad esempio. Un aperitivo potrebbe invece bastare a narrare di come dieci obiettori di coscienza riuscirono a mappare segretamente i cicli delle dieci educatrici con cui lavoravano prevedendone gli sviluppi futuri meglio del mago Otelma. Magari ci scappa pure un blog su quell’anno incredibile.

Poi mi è caduto l’occhio sull’intensità raggiunta dal meme, ho guardato la prima pagina di Blogbabel e i tag di ricerca:

Ricerche mestruazioni su Blogbabel

Grazie a:

Phonkmeister / Aprile è il mese piu’ crudele / Uccidi un grissino: salverai un tonno / The Stone Soup blog / stellakeride / Succede@catepol / La persona depressa / Remyna’s blog / Storiedime tumblr / Storie di me / Kokopelli – Il blog di Vincenzo Caico / A typesetter’s day 3.0 / Aaaaaaaaugh! / Millablog / La pupa c’ha sonno / Grazia / Maestrini per caso / Sw4n, life through a mac / Let’s live for today still striving for tomorrow / Cinemax, un posto in prima fila e un’occhiata dall’ultima / Stefano “Free.9” Scardovi blog / Sciura Pina
/ Il fancazzista / Haramlik

le mestruazioni hanno superato il Partito Democratico. Indubbiamente c’è qualcosa che fa da collante, da ingrediente social anche in questo ambito.

Leggendo i molti link, alcuni di fretta, altri più approfonditamente, viene fuori tutto quel biological divide che teneramente sancisce i ruoli tra i maschi e le femmine. Da un lato una sofferenza oggettiva ma soggettiva, uguale ma diversa per ogni donna, imprevista e prevedibile, accettata malgrado tutto come parte del grande cerchio della vita, dall’altra il maschio-fuco che subisce non capendoli gli effetti degli sbalzi ormonali, che se ne sta talvolta in disparte e talvolta accanto alla sua compagna, non tanto diversamente da quando passeggia fuori dalla sala parto perché più di quello è difficile inventarsi.

Il ciclo mestruale con tutti i suoi sinonimi (alcuni dei quali impararti in questa occasione) rivela un lato ineffabile del mondo femminile che unisce, solidarizza, è al tempo stesso intimo ma condiviso, soggiace alla battute ma risponde a tono. E soprattutto non ha un corrispettivo nel mondo maschile. Non credo che ci sia nulla, nella sfera del corpo e del sé che possa scatenare un meme come questo nel mondo maschile, neanche il sempreverde dibattito fra pennello e lametta contro rasoio elettrico.

Leggendo i post di oggi ho imparato un sacco di cose e di punti di vista. Non ultima una bella dose di mestruo-ironia e di umanizzazione di tutta la faccenda. Elena, hai fatto benissimo. M’avete spuntato le armi, ragazze. E adesso? Chi lo dice al Titanic?

Quanto traffico nei blog?

The truth about traffic on the Internet:

I don’t want a big audience. I want a smart audience. So far I’ve gotten exactly that from TechMeme.

If I wanted a big audience I’d go write a Paris Hilton blog or something like that.

(Via Scobleizer – Microsoft Geek Blogger.)

Sembra che il dibattito sull’essere in cima alle classifiche senza per questo avere numericamente un alto traffico secondo le metriche 1.0 tocchi anche le blogstar d’oltreoceano.

La risposta di Scoble mi piace molto e spero che contribuisca a diffondere le idee rivoluzionarie di coda lunga, di percolamento delle informazioni nella rete sociale e di abbandono dell’idea di VIP/blogstar come accentratore di traffico.

Quello che conta è il fluire delle informazioni da un blog all’altro, magari passando da un tumblr o da un twit, da una casetta all’altra della rete.

L’altra sera mi sono trovato ad una cena privata per le ultime battute della primarie del nascente Partito Democratico. Pubblico di età media superiore alla mia, misto di amici ed élite locale, alfabetizzato al punto giusto da venire invitato via mail ma non di più. Non mi stupisco di non sentire pronunciare la parola Internet o Blog dall’oratore. Passate le domande di rito (come si vota, come avviene lo scorporo, etc.) si forma un capannello per proseguire la discussione.

Twitter: le 10 regole di Scoble

Scoble si deve essere accorto che seguire tutti quelli che lo seguono su Twitter, in un rapporto 1 a 1 produce un traffico eccessivo per qualsiasi umano. Ecco quindi le sue 10 regole che arrivano, peraltro 9 mesi dopo le 7 regole d’oro di Fullo.

Il parto di Scoble aggiunge qualcosa alla conoscenza di Twitter. Mentre le opinioni di Fullo erano quella di un early adopter, come molti di noi a quell’epoca, quelle di Scoble rispecchiano un periodo di esplosione del fenomeno Twitter, periodo nel quale molti utenti della prima ora si ritrovano con più contatti di quelli che si possano ragionevolemente gestire.

Le regole di Scoble sono dei buoni propositi che, con la consueta autoironia, ammette di non riuscire a seguire tuttavia contengono alcune verità interessanti:

  • il traffico dei twits è eccessivo
  • continuare il discorso su più twits è male
  • lo spam dei propri link è male
  • le regole sono fatte per essere rotte

Il problema dell’eccesso di traffico viene stigmatizzato in maniera molto pragmatica, (americana oserei dire) facendo notare che un utente che sia follower di un’altro utente prolifico come Scoble, si ritrova la propria home page monopolizzata dai twit di quest’ultimo. Questo accade perché in ogni pagina di twitter si visualizzano 20 messaggi alla volta. Ogni altra regola sulla twit-logorrea viene ricondotta a questa.

Curiosamente i suggerimenti per limitarsi ricordano da vicino i consigli che Guy Kawasaki dava negli anni ’90 per limitare l’inquinamento da troppi email nella Lista MACWAY EvangeList: rispondere solo ad una frazione minima degli email ricevuti limitandosi a poche righe nel testo. Non trovo il messaggio preciso con i consigli di Guy ma mi fido della mia memoria. Ecco una nutrita lista di MACWAY digest, direttamente dall’era Internet Avanti Google.

TUTTI AL MARE VENT’ANNI DOPO

TUTTI AL MARE VENT’ANNI DOPO:

Tutti al mare vent'anni dopo / copertina

TUTTI AL MARE – VENT’ANNI DOPO di Luca Bottura.
La prefazione è, ci mancherebbe, di Michele Serra, le pagine sono 176, il prezzo 14 euros.
L’editore è il bravo Alberto Perdisa (Airplane srl) di Bologna. Chiedetelo nelle librerie e se l’uomo dietro il banco dice che non può procurarvelo, egli mente. Insistete o recatevi da qualcuno più serio.

Il primo agosto 1985, Michele Serra partiva su una Panda, per un viaggio che da Ventimiglia lo avrebbe condotto a Trieste. Tappa dopo tappa, scriveva un reportage quotidiano per L’Unità. Ne uscì un ritratto indimenticabile dei nostri anni Ottanta, tutt’ora disponibile nell’edizione libraria Feltrinelli.Vent’anni dopo, Luca Bottura, allievo e amico di Michele Serra, ha intrapreso lo stesso viaggio, per verificare se e come le cose fossero cambiate. E lo ha puntualmente raccontato ai lettori dello stesso giornale. Adesso, quel reportage è un libro spassoso e amarissimo, un resoconto implacabile che ci pone di fronte alla scontata sia pure durissima realtà: quello che siamo diventati non è un gran bel vedere.
Luca Bottura, giornalista per l’Unità, lo Specchio e il Corriere della Sera, è stato compagno di avventure di Michele Serra nella redazione di Cuore.è uno degli autori della trasmissione televisiva “Quelli che il calcio”.

(Via Grassilli Warehouse.)

Il lunedi in genere arriva il richiamo: quando è passato troppo tempo dall’ultima uscita insieme tra amici ci si chiama, spesso via iChat o Skype e si butta lì il richiamo-pizza. Ieri sera è andata esattamente così: con Luca, Laura e la festeggiante 1 mese di vita, Angelica Viola, siamo andati da Vito a prendere un po’ di fresco che è merce rara a Bologna in questi giorni.

– quand’è che ti decidi a farmi il sito?
– beh, ecco, splinder, wordpress… ma il libro è uscito?
– certo che è uscito, quello lo mettero’ su Gago.

Quindi se il libro non ha una sua casa sulla rete ora sapete di chi è la colpa. Per di più ritorno a casa, leggo un po’ di feed e incappo nel post fresco fresco di Roberto. Comincio subito a rimediare con questo post.

Ciò detto vorrei ribadire che Luca e Laura sono di quelle compagnie che andrebbero messe nei programmi scolastici obbligatori, un po’ come avere la carta d’identità in tasca o il dovere di andare a votare. Luca, se sorvolate su quello che scrive, è una vera fucina di idee, una serata con lui può darvi molto di più di un’intera puntata di Mezzogiorno in Famiglia. Lo dico con cognizione di causa, avendo stabilito ieri sera che è molto più permaloso di me.

Se sei un blogger e non riesci ad incontrare Luca o gli hai dato il pacco ad un appuntamento, compra il libro. Io lo consiglio prima e dopo i pasti, a scatola chiusa, come Arrigoni. Se non te ne può fregare di meno di Luca, io ti capisco ma sappi che ti stai perdendo le illustrazioni di Roberto, le cui linee Beatlesiane filanti e tondeggianti fanno da contrappunto alle scudisciate Botturiane.

Vale per Roberto e Lia lo stesso discorso di cui sopra, con l’attenuante generica della distanza Bologna-Rimini che rende difficile a noi pigri-con-molti-figli decidere una gitarella estemporanea. Rimedieremo anche a questo. Aspettateci!

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Ecco, uno così è il mio idolo

e io che mi pensavo » E adesso cosa faccio?

[stark] Lui è uno che pubblica un post al mese, proprio per una questione di qualità, lui è uno che il post lo scrive, il giorno dopo lo rilegge, e toglie una virgola. Poi il giorno dopo lo rilegge, e la rimette.

TwitterBeer souvenir



TwitterBeer souvenir

Originally uploaded by hanfed.

Smentendo per una volta la mia proverbiale bolsaggine fotografo subito il mio sottobicchiere della TwitterBeer odierna.

Fra 10 anni, saremo tutti blogstar: sbancato BlogBabel, iscritti al MENSA 3.0 con Q.I da ricovero e questo oggettino varrà una palata di soldi su eBay. Ma i soldi non sono tutto nel business della Rete.

Ne parlerà anche Cassandra Crossing su PI…

Il germoglio del FemCamp

Nella mia infinita bolsaggine mi ero scordato di raccontare un tipico esempio di serendipity che ha contribuito alla nascita del FemCamp. E’ un momento complicato sul piano personale e familiare (lavori di casa che si prolungano, vita in accampamento, crolli di sonno dopo cena, etc.) che ci porta a trascurare il blog e a decidere di partecipare agli eventi come il FemCamp solo all’ultimo minuto. Ma torniamo a noi.

Premessa: qui al lavoro seguiamo da tempo il server donne dell’Associazione Orlando e il progetto Technédonne. Arrivano perciò regolari richieste tecniche e talvolta anche di altro tipo. Una di queste volte, in una giornata di febbraio mi arriva questa mail interna che riporta succintamente una richiesta dell’Associazione:

From: […]
Subject: richiesta info
Date: 26 febbraio 2007 13:34:55 GMT+01:00
To: Federico[…]
User-Agent: Thunderbird 1.5.0.9 (Windows/20061207)

Sai niente di un evento di bloggisti a casalecchio che si dovrebbe
chiamare bazarcamp?

hanno chiesto delle cosa le donne che vorrebbero organizzare con loro un
evento su argomenti specifici….

Ovviamente si trattava dell’allora annunciato CitizenCamp di Casalecchio, confuso con il bzaarcamp di Milano, il primo in ordine di tempo dei BarCamp italiani. Da un altro mail dei colleghi vengo a sapere che le donne dell’Associazione erano già focalizzate sull’idea del BarCamp e che cercavano idee e supporto per organizzarlo.

Il tempo di un mio email generico sui barcamp, da inguaribile didascalico:

From: f.giac[…]
Subject: Re: richiesta info
Date: 26 febbraio 2007 13:49:42 GMT+01:00
To: […]
X-Mailer: Apple Mail (2.752.3)

E’ un BarCamp:

http://barcamp.org/

le regole di un barcamp sono quelle di una conferenza informale: sono ammessi solo partecipanti attivi, speaker e nessuno spettatore. C’è un wiki di organizzazione sul quale vengono proposte le presentazioni (tutte brevi e di una decina di slide) e poi i partecipanti effettivi votano chi deve parlare.

Le info del barcamp di casalecchio sono qui:

http://barcamp.org/CitizenCamp

e chiudiamo il cerchio con una telefonata interna con richieste di approfondimenti e di persone da invitare.

Ora so che non ce n’era bisogno ma allora precisai che nei BarCamp si lancia l’idea e ci si autoinvita e che sarebbe stato sufficiente contattare un paio di nomi per mettere in moto la cosa. Il primo che mi venne in mente era quello di Mafe insieme ad alcuni altri che ora non ricordo (così imparo a fare i post dopo tre mesi).

Era l’ora di pranzo; entro le 5 del pomeriggio arrivano mail entusiasti da women.it, Mafe viene cooptata e noi siamo prenotati per lo streaming.

A pochi giorni dall’evento la pagina del FemCamp ribolle di partecipazioni, link e segnalazioni varie e la cosa non può che farmi piacere. Nell’economia del dono di cui si parla tanto nel web2.0 l’importante è lanciare buone idee senza necessariamente avere un ROI privato per sé. Sono convinto che se si pongono dei paletti in questo senso sarebbe come buttare sabbia su un ingranaggio ben oliato.

In questo caso io ho soltanto rilanciato un’idea che era evidentemente nell’aria, né più né meno di un palleggio di pallavolo. Trovo affascinante come da un paio di questi passaggi, da qualunque parte provengano, si riesca a fare massa critica aggregando persone e idee.

Noi come iFamily cerchiamo di farci un salto, ma l’ultima parola la daremo da iBaby per non tirare bidoni colossali.

Update: da feedback nei commenti, email e twitter ho realizzato che avevo distorto la sequenza degli eventi. Ho quindi corretto di conseguenza i passaggi del post. E’ il bello del blog: la multicanalità nell’interazione facilita le precisazioni. Il senso del post è rimasto quello tanto che ho cambiato il titolo e l’URL per metterlo meglio in evidenza: il piacere di aver assistito alla nascita di un momento di aggregazione e di circolazione di idee.

Naturalmente se ho dimenticato altri aspetti non c’è che da commentare qui sotto.

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