Salve a tutti.
L’essere sgambettante che vedete qui accanto è nostro figlio Cesare. Ma non lo vedete esattamente com’era quando è nato, il 16 agosto 2004, giorno del compleanno della sua splendida mamma.
Cesare è arrivato sulla terra con un brutto problema cardiaco, un Truncus Arteriosus, avvistato al quinto mese di volo e affrontato subito dopo l’atterraggio.
Beh, non proprio subito dopo, ci sono voluti 14 giorni di attesa, quando le condizioni dell’interessato hanno determinato il giorno dell’intervento, come prescritto in questi casi (3 su 10000, per i più curiosi).
Un mese fa a quest’ora era una splendida mattina di sole e noi stavamo passeggiando ripetutamente davanti all’ingresso del padiglione 25 dell’Ospedale S. Orsola di Bologna, inventandoci nuove maniere di piegare lo spazio-tempo per arrivare sani di mente alla fine di quelle 7 ore di intervento, cominciate alle 8 del mattino, quando abbiamo salutato il piccolo paracadutista addormentato su di un lenzuolino verde.
Le sette ore (abbondanti) sono passate, grazie anche alla presenza di amici lontani e vicini; poi sono passati gli 8 giorni di rianimazione, i 5 di terapia semiintensiva e i giorni e le notti in camera.
Cesare è finalmente atterrato a casa sua il 16 settembre, ad un mese dalla nascita, e subito festeggiato dai suoi fan della Casina Verde
Ora Cesare è un neonato normale, come lo hanno definito al momento della consegna, talmente normale che ci ha subito condizionato la vita a suon di urla e sorrisi impedendoci di riportarne le cronache su questo blog.
Cominciamo perciò a rimediare, raccontando la sua storia un passettino alla volta. Per il momento è pronta l’home page di Cesare con le sue foto in continuo aggiornamento.
Aver vissuto questa prima parte di viaggio (fra qualche anno si replica) è stata un’esperienza dura e meravigliosa al tempo stesso. Abbiamo incontrato vecchi e nuovi amici, ci sono state accanto persone di tutti i generi nei momenti più impensati, abbiamo fatto il viaggio in parallelo al doppio trapianto di Andreone, abbiamo conosciuto un corpo speciale in cui siamo ormai felicemente arruolati. Abbiamo capito che il Piccolo, pur vantando le sue stellette (tre su diecimila) è uno speciale in mezzo a molti altri bimbi speciali: una volta che si è in reparto, ognuno di essi è un singolo boy who lived. Il reparto di cardiochirurgia pediatrica infine, è uno di quei posti che ti fanno credere che allora sì, un mondo migliore può esistere veramente. Applausi con standing ovation. Ci torneremo più avanti.
Molti ci sono stati accanto, anche senza accorgersene, in queste sei settimane. Grazie di cuore a tutti: stiamo facendo in modo di non dimenticarci il più piccolo sorriso o l’incoraggiamento più fugace.
Cesare saluta tutti, anche Asterix e Obelix.
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