TweetVolume: il trend dei twitters

Scoperto grazie al prolifico linktwitting di Scoble, TweetVolume è un nuovo mashup divertente che vorrebbe essere il Google Trends di Twitter.

Il meccanismo è semplice: si inseriscono fino a 5 termini diversi e viene restituito il grafico con la frequenza di utilizzo degli stessi termini su Twitter. Non si hanno specifiche sull’arco di tempo su cui si basa la ricerca né altri dettagli ma il divertimento c’è e il prodotto promette di svilupparsi. Ad esempio dai commenti salta fuori che ogni grafico ha un suo permalink.

Ecco un esempio che dimostra come noi TwitterBeerers non possiamo competere con le vere blog star: 🙂

Tweetvolume1: twetterbeer

TweetVolume: Luca Sartoni, Mucio, Feba, Svaroschi, Luca Conti

E che le blog star non competono con le Twitter star:

Tweetvolume 2: stars

TweetVolume: Andrea Beggi, Luca Conti, Scoble, John Gruber, Darth Vader

Il procedimento è tutt’altro che scientifico, non distingue ad esempio la ricerca per nickname, vero nome o citazione di parti di esso ma spesso da giochini abbiamo visto nascere cose ben più serie.

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Microsoft Surface: un computer grande come un tavolo

surface1.png

Uno si sveglia la mattina dopo una notte con bimbo malato ma sempre dominante e si trova con il twit di Scoble riguardo ad un breaking announcement di Microsoft.

Si tratta di una tavola (nel senso di mobile), sensibile al tocco e interagente con oggetti come cellulari e lettori mp3 Zune, in cui manipolare informazioni, oggetti ed elementi di interfaccia. A prima vista sembra destinata più a hotel, uffici informazioni che a salotti con i modelli fighetti della pagina ufficiale.

L’oggetto è in lavorazione dal 2001, si era già visto proprio in un podcast di Scoble Show sulla fiera delle innovazioni di Microsoft. Le reazioni si sprecano, Techcrunch fornisce le spiegazioni più dettagliate, Techmeme sta ribollendo. Vale la pena guardarsi il video:

Oggettivamente non è una brutta invenzione. I cattivi pensieri sono due: come sarà la schermata blu gigante e se riusciranno a farne una versione tascabile in tempo per l’uscita dell’iPhone.

Update: Andrea Martines mi ha trovato il pensiero che mi aleggiava in testa ieri mattina. Grazie!

Le superfici basse:

Finalmente Redmond sforna qualcosa di usabile: Microsoft Surface è uno schermo sensibile fatto a forma di tavolino basso che riconosce le forme che vi si poggiano sopra.
Con strumenti del genere l’arte di fotocopiarsi le chiappe giungerà presto a piena maturità.

(Via andreamartines.com.)

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Spam sui Barcamp

Non avendo perso tempo ad aggiustare le preferenze sui mail di notifica del wiki del Barcamp ricevo tutte le variazioni sulle pagine di tutti i Barcamp, opportunamente filtrate su Gmail.

Ogni tanto vado a ripulire la mailbox e noto, com’è ovvio, che arrivano soprattutto mail sui barcamp in corso. Oggi ho trovato una notifica sul CitizenCamp di Casalecchio, ormai vecchio di due mesi. Ho deciso di esaminarla meglio: si trattava di una modifica da parte di un utente anonimo che aveva inserito un link di spam verso un motore di ricerca di locali e divertimenti a Roma (che ovviamente non linko qui). Il link era ben nascosto fra l’elenco dei blogpost sul Citizencamp.

L’ho rimosso poco fa con una certa amarezza: il wiki del Barcamp non è la Wikipedia, non può contare su milioni di utenti che istantaneamente rimettono a posto i vandalismi. Lo spirito del Barcamp è la libera collaborazione quindi il rimedio di imporre l’accounting escludendo gli utenti anonimi suonerebbe come un bavaglio. L’idea di fare “pulizie periodiche” o di istituire “pattuglie” per controllare queste pagine mi atterrisce.

Comincio a capire il pericolo dello spam sul web2.0. In fondo anche lo spam è user generated content… o no?

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Visioni da LLOOGG

Di lloogg si è già parlato qualche tempo fa. E’ un servizio molto 2.0 completamente inutile per chi ha accesso ai log del proprio webserver e li sa analizzare a colpi di grep e tail -f.

Però quando qualcuno ti confeziona una bella interfaccia pulita, estrae le informazioni essenziali dai log (con l’artificio del solito javascript, non vengono realmente letti i propri log ma solo duplicate le richieste) e ti mostra il tutto in maniera animata e interattiva (puoi cliccare sulle richieste, verificare gli IP, etc. etc.) allora il tutto diventa un bel giochino.

Mancano solo un po’ di feauture sociali e il nuovo giocattolo 2.0 è pronto. Per ora ci sono i grafici in tempo reale. Diventa pericolosamente addictive tenerlo aperto in una finestra minimizzata nel Dock e andarlo a sbirciare ogni tanto. Oggi ho appena appreso che:

  1. Qualcuno è finito su bolsoblog cercando il mio primo clistere
  2. Che un collega si sta leggendo in ordine cronologico tutte le pagine di iBaby e per questo ha vinto caffè alle macchinette per una settimana… se solo sapessi chi è (dannati IP dinamici)
  3. Che ho due inviti per chi li vuole.

Update: inviti già assegnati. Avviserò se dovessi averne altri.

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Il germoglio del FemCamp

Nella mia infinita bolsaggine mi ero scordato di raccontare un tipico esempio di serendipity che ha contribuito alla nascita del FemCamp. E’ un momento complicato sul piano personale e familiare (lavori di casa che si prolungano, vita in accampamento, crolli di sonno dopo cena, etc.) che ci porta a trascurare il blog e a decidere di partecipare agli eventi come il FemCamp solo all’ultimo minuto. Ma torniamo a noi.

Premessa: qui al lavoro seguiamo da tempo il server donne dell’Associazione Orlando e il progetto Technédonne. Arrivano perciò regolari richieste tecniche e talvolta anche di altro tipo. Una di queste volte, in una giornata di febbraio mi arriva questa mail interna che riporta succintamente una richiesta dell’Associazione:

From: […]
Subject: richiesta info
Date: 26 febbraio 2007 13:34:55 GMT+01:00
To: Federico[…]
User-Agent: Thunderbird 1.5.0.9 (Windows/20061207)

Sai niente di un evento di bloggisti a casalecchio che si dovrebbe
chiamare bazarcamp?

hanno chiesto delle cosa le donne che vorrebbero organizzare con loro un
evento su argomenti specifici….

Ovviamente si trattava dell’allora annunciato CitizenCamp di Casalecchio, confuso con il bzaarcamp di Milano, il primo in ordine di tempo dei BarCamp italiani. Da un altro mail dei colleghi vengo a sapere che le donne dell’Associazione erano già focalizzate sull’idea del BarCamp e che cercavano idee e supporto per organizzarlo.

Il tempo di un mio email generico sui barcamp, da inguaribile didascalico:

From: f.giac[…]
Subject: Re: richiesta info
Date: 26 febbraio 2007 13:49:42 GMT+01:00
To: […]
X-Mailer: Apple Mail (2.752.3)

E’ un BarCamp:

http://barcamp.org/

le regole di un barcamp sono quelle di una conferenza informale: sono ammessi solo partecipanti attivi, speaker e nessuno spettatore. C’è un wiki di organizzazione sul quale vengono proposte le presentazioni (tutte brevi e di una decina di slide) e poi i partecipanti effettivi votano chi deve parlare.

Le info del barcamp di casalecchio sono qui:

http://barcamp.org/CitizenCamp

e chiudiamo il cerchio con una telefonata interna con richieste di approfondimenti e di persone da invitare.

Ora so che non ce n’era bisogno ma allora precisai che nei BarCamp si lancia l’idea e ci si autoinvita e che sarebbe stato sufficiente contattare un paio di nomi per mettere in moto la cosa. Il primo che mi venne in mente era quello di Mafe insieme ad alcuni altri che ora non ricordo (così imparo a fare i post dopo tre mesi).

Era l’ora di pranzo; entro le 5 del pomeriggio arrivano mail entusiasti da women.it, Mafe viene cooptata e noi siamo prenotati per lo streaming.

A pochi giorni dall’evento la pagina del FemCamp ribolle di partecipazioni, link e segnalazioni varie e la cosa non può che farmi piacere. Nell’economia del dono di cui si parla tanto nel web2.0 l’importante è lanciare buone idee senza necessariamente avere un ROI privato per sé. Sono convinto che se si pongono dei paletti in questo senso sarebbe come buttare sabbia su un ingranaggio ben oliato.

In questo caso io ho soltanto rilanciato un’idea che era evidentemente nell’aria, né più né meno di un palleggio di pallavolo. Trovo affascinante come da un paio di questi passaggi, da qualunque parte provengano, si riesca a fare massa critica aggregando persone e idee.

Noi come iFamily cerchiamo di farci un salto, ma l’ultima parola la daremo da iBaby per non tirare bidoni colossali.

Update: da feedback nei commenti, email e twitter ho realizzato che avevo distorto la sequenza degli eventi. Ho quindi corretto di conseguenza i passaggi del post. E’ il bello del blog: la multicanalità nell’interazione facilita le precisazioni. Il senso del post è rimasto quello tanto che ho cambiato il titolo e l’URL per metterlo meglio in evidenza: il piacere di aver assistito alla nascita di un momento di aggregazione e di circolazione di idee.

Naturalmente se ho dimenticato altri aspetti non c’è che da commentare qui sotto.

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Google verso le ricerche universali

…ammesso di sapere cosa siano.

Stamattina arrivo trafelato dopo aver accompagnato moglie e figlio piccolo dalla pediatra e recuperato l’altra macchina parcheggiata lontano. C’è una riunione urgente di tutto il gruppo KM (knowledge management), si parla di strategie future, di altri modi di costruire le nostre ontologie.

Non faccio neanche in tempo a leggere la mailbox aziendale l’icona illuminata di gmail mi porta subito a questa press release di Google:

Google Begins Move to Universal Search

Google Introduces New Search Features and Unveils New Homepage Design

MOUNTAIN VIEW, Calif. (May 16, 2007) – Google Inc. (NASDAQ: GOOG) today announced its critical first steps toward a universal search model that will offer users a more integrated and comprehensive way to search for and view information online. The company also introduced an updated homepage design and several new navigation features that make it faster and easier for users to find the information they are looking for.

La prima impressione è: ma che ci riuniamo a fare, è arrivato prima il Gigante. La seconda è: ma hanno solo annunciato un ritocco dell’home page con un po’ di fumo sulla tecnologia. La terza: vediamo le funzionalità: si possono approfondire le ricerche su Darth Vader senza confonderle con il resto di Star Wars… aaah ecco, allora sì che siamo anni avanti!

Faccio la ricerca sul vecchio Darth e mi ritrovo risultati misti testo e immagini. Nulla di nuovo a parte una delle immagini trovate già non appartiene più alla propria pagina…

C’è ancora spazio per competere… 🙂

Update: Giovanni descrive il nuovo servizio nel dettaglio [via Apogeonline]

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De Biase: chi ha comprato Endemol…

Chi ha comprato Endemol…:

Insomma, si direbbe che Mediaset abbia in sostanza preso un terzo di Endemol. E che non ne avrà il pieno controllo. Quindi non parlerei di conquista. Intanto, la Herald Tribune ha scritto che John de Mol si è ripreso la Endemol che aveva fondato…

(Via Luca De Biase: Braudel.)

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