Crisi di identità @ Microsoft

Be Microsoft:

I love working on the Mac. I enjoy working in MacBU. These days, however, I’m not so thrilled about the vibe hanging around here at Microsoft as a whole.

We seem to have lost our self-confidence. There is a general and constant focus on “the other guys” these days.

(Via David Weiss.)

David Weiss riflette ad alta voce sul momento di disorientamento che a Microsoft si avverte dopo i boom di Google e di Apple con iPhone.

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Gentile Membro

Cliente caro:

phishing

Appartenere ad una lingua minoritaria in qualche modo ci protegge dalle truffe internazionali. Almeno fino a quando i sistemi di traduzione automatica non miglioreranno significativamente.

Però ogni tanto qualcuno di questi tenta con talmente tanta buona volontà che sarei tentato di cliccare sul suo link tanto per fare un complimento.

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(Via Paolo Valdemarin: Paolo’s Italian weblog.)

Paolo ha il dono di anticipare le cose che aleggiano nella mia testa e che vorrebbero diventare un post. In un primo momento volevo spararlo sul bolso tumblr ma poi ho preferito dargli visibilità completa e aggiungere qualche nota.

La fantasia degli spammer-phisher mista alle pessime performances dei traduttori automatici sta producendo ciarpame estremamente divertente. Al lavoro vengono spammati indirizzi collettivi, come nomi di gruppi o di prodotti con risultati come:

To: networking@nomedominio

Gentile Membro di Banca Intesa

oppure:

Caro membro Banca Di Roma

[poi firmato come:]

Francamente, Reparto Di Rassegna Di Conti Di Banca Di Roma

A seguire un indirizzo IP numerico lungo mezza schermata con in fondo l’URL della Banca di Roma…

L’ilarità è aumentata dal fatto che i mail compaiono come pop-up trasparenti grazie a Mail Appetizer che, troncandoli alle prime righe li trasforma in ondate multiple di

Caro Membro… Gentile Membro… Caro Membro…

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Aggiornamenti Apple e piccoli guai risolti

Due in più:

iTunes 7.3.1 e QuickTime 7.2. Sono passati, hanno aggiornato, tutto funziona. Su due Mac diversi.

(Via Ping!.)

Normalmente applico la regola più volte segnalata da John Gruber: quando l’aggiornamento software di Mac OS X mi avverte di qualcosa da istallare, gli dico “no grazie, aspetto”, leggo qualcosa in giro, leggo i documenti del KB Apple e poi istallo. In genere non sono cosi’ paranoico da leggere tutto MacFixit (non più almeno da quando è a pagamento) nè Macintouch di cui seguo il feed solo per ragioni affettive (illeggibile come impaginazione il sito).

Stavolta ho atteso qualche giorno e mi sono fidato di Lux: dopo l’aggiornamento (conclusosi con un kernel panic) tutto bene se non che non partiva più il vecchio Interarchy 7 mai aggiornato, il Tivoli Storage Manager (traduzione: niente backup o restore), e ovviamente Word e il resto di Office. Ovviamente perché dopo una breve ricerca su Google si scopre che QuickTime 7.2 aveva inibito Rosetta e CFM sulle macchine Intel, in altre parole nessuna “vecchia” applicazione per PowerPC basata sulle API Carbon avrebbe funzionato.

Sempre dalla stessa ricerca sembrava che l’unica soluzione fosse nelle pagine a pagamento di MacFixit, unica fonte citata da tutti. Preso dal panico in un primo momento ho rintracciato una seconda segnalazione sempre di MacFixit (le notizie appena pubblicate in home page sono in chiaro) che proponeva alcuni riti voodoo il cui punto di partenza comune era reistallare il combo updater 10.4.10.

Illuminazione: chiediamo ad Apple. Un clic su support, un altro sulla sezione Mac OS X ed ecco il documento che cercavo, primo in classifica fa le ricerche. La soluzione: reistallare il Mac OS X Combo Update 10.4.10 v1.1 Intel e se non funziona, dare un comando da terminale. A me a funzionato al primo colpo senza questo intervento ulteriore. 200 MB e passa scaricati in una mezzoretta e 5 minuti scarsi di istallazione sul MacBook Pro mentre mi addormentavo davanti ad Heroes sull’iMac.

Bisogna sempre provare a chiedere alla fonte prima di impanicarsi. Apple risponde (quasi) sempre entro brevissimo tempo a queste scivolate. Cominciare a preoccuparsi solo quando fa la gnorri a lungo sopprimendo thread infuocati sui suoi stessi forum.

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iTunes 7.3 l’ha capita finalmente

iTunes 7.3: Changes in music sort order:

“The Beatles” sorts as “Beatles”

(Via Apple Computer Top iTunes Knowledge Base Documents.)

Era dai tempi di iTunes 1.0 che noi Beatlesiani non ci dormivamo la notte. Aaah cosa non fa un accordo legale e l’imminente sbarco della Mela verde su iTunes.

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TUTTI AL MARE VENT’ANNI DOPO

TUTTI AL MARE VENT’ANNI DOPO:

Tutti al mare vent'anni dopo / copertina

TUTTI AL MARE – VENT’ANNI DOPO di Luca Bottura.
La prefazione è, ci mancherebbe, di Michele Serra, le pagine sono 176, il prezzo 14 euros.
L’editore è il bravo Alberto Perdisa (Airplane srl) di Bologna. Chiedetelo nelle librerie e se l’uomo dietro il banco dice che non può procurarvelo, egli mente. Insistete o recatevi da qualcuno più serio.

Il primo agosto 1985, Michele Serra partiva su una Panda, per un viaggio che da Ventimiglia lo avrebbe condotto a Trieste. Tappa dopo tappa, scriveva un reportage quotidiano per L’Unità. Ne uscì un ritratto indimenticabile dei nostri anni Ottanta, tutt’ora disponibile nell’edizione libraria Feltrinelli.Vent’anni dopo, Luca Bottura, allievo e amico di Michele Serra, ha intrapreso lo stesso viaggio, per verificare se e come le cose fossero cambiate. E lo ha puntualmente raccontato ai lettori dello stesso giornale. Adesso, quel reportage è un libro spassoso e amarissimo, un resoconto implacabile che ci pone di fronte alla scontata sia pure durissima realtà: quello che siamo diventati non è un gran bel vedere.
Luca Bottura, giornalista per l’Unità, lo Specchio e il Corriere della Sera, è stato compagno di avventure di Michele Serra nella redazione di Cuore.è uno degli autori della trasmissione televisiva “Quelli che il calcio”.

(Via Grassilli Warehouse.)

Il lunedi in genere arriva il richiamo: quando è passato troppo tempo dall’ultima uscita insieme tra amici ci si chiama, spesso via iChat o Skype e si butta lì il richiamo-pizza. Ieri sera è andata esattamente così: con Luca, Laura e la festeggiante 1 mese di vita, Angelica Viola, siamo andati da Vito a prendere un po’ di fresco che è merce rara a Bologna in questi giorni.

– quand’è che ti decidi a farmi il sito?
– beh, ecco, splinder, wordpress… ma il libro è uscito?
– certo che è uscito, quello lo mettero’ su Gago.

Quindi se il libro non ha una sua casa sulla rete ora sapete di chi è la colpa. Per di più ritorno a casa, leggo un po’ di feed e incappo nel post fresco fresco di Roberto. Comincio subito a rimediare con questo post.

Ciò detto vorrei ribadire che Luca e Laura sono di quelle compagnie che andrebbero messe nei programmi scolastici obbligatori, un po’ come avere la carta d’identità in tasca o il dovere di andare a votare. Luca, se sorvolate su quello che scrive, è una vera fucina di idee, una serata con lui può darvi molto di più di un’intera puntata di Mezzogiorno in Famiglia. Lo dico con cognizione di causa, avendo stabilito ieri sera che è molto più permaloso di me.

Se sei un blogger e non riesci ad incontrare Luca o gli hai dato il pacco ad un appuntamento, compra il libro. Io lo consiglio prima e dopo i pasti, a scatola chiusa, come Arrigoni. Se non te ne può fregare di meno di Luca, io ti capisco ma sappi che ti stai perdendo le illustrazioni di Roberto, le cui linee Beatlesiane filanti e tondeggianti fanno da contrappunto alle scudisciate Botturiane.

Vale per Roberto e Lia lo stesso discorso di cui sopra, con l’attenuante generica della distanza Bologna-Rimini che rende difficile a noi pigri-con-molti-figli decidere una gitarella estemporanea. Rimedieremo anche a questo. Aspettateci!

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Indy ritorna

Adorabile vecchio pirata:

Io adoro Steven Spielberg. Come si fa a non volergli bene. Se cliccate sulla sua immaginetta qui sotto potete vedere, in quicktime, il diario del primo giorno di lavorazione di Indiana Jones 4. C’è il suo brindisi con la troupe, il suo primo ciak, lui che fa il cretino con George Lucas. E giusto per tagliare la testa al toro un paio di giorni fa aveva messo online Harrison Ford vestito da Indiana Jones (foto by Spielberg)

spielberg.jpg

(Via Bassoatesino.)

E cosi’ comincia anche la lavorazione di Indiana Jones 4, uno dei sequel più travagliati della storia, con lanci di agenzia ritirati, sceneggiature rimaneggiate a seguito della prudente strategia “lo facciamo quando siamo pronti e quando siamo soddisfatti delle nostre idee”.

Nel frattempo però lo scavezzacollo protagonista (che nei nostri cuori rimarrà per sempre Han Solo travestito con un cappellaccio di cuoio) è un po’ invecchiato, il cinema è evoluto, gli effetti speciali ci hanno stufato in digitale ergo si spera che idee e la storia siano veramente buone.

Il film sarà pronto nel 2008 inoltrato. Nel frattempo ci sono i diari in QuickTime come è stato per la trilogia di Star Wars. Oggi però la banda larga è (un po’) più diffusa e i codec video migliorati. Possiamo perciò goderci 20 secondi di scemenze fra Steve e George con una qualità impensabile qualche anno fa. Praticamente la stessa illuminazione in esterni che useranno nel film e la stessa nitidezza. Sono finiti i tempi di sei ore di attesa via modem per il teaser trailer di Episodio I.

Da vedere anche il primo video del diario sempre sul sito ufficiale.

P.S. “vecchio pirata” era l’epiteto che Lando affibbia a Han quando lo rassicura sulla “presa in carico” del Millennium Falcon su Bespin.

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Google Analytics e i Predatori Dell’Arca Perduta

Raiders of the Lost Ark and the mystery of inspiration, by Jeffrey Veen:

Inspiration can come from process, but it can also come from the most unexpected places. For example, when we were designing the data-over-time visualizations for Google Analytics, we were totally stuck with bar graphs.

Inspiration: The lines-and-dots chart

(Via Jeffrey Veen.)

Interessante pezzo su come la semplicità di un’idea nasca da un film del cuore come i Predatori dell’Arca Perduta e da un software eccezionale come OmniGraffle.

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iPhone, discoteche e ormoni tariffari

Un gioco a somma zero:

Gli italiani che erano adolescenti allora, più tutti quelli arrivati più tardi, stanno discutendo animatamente di iPhone. E sembra che il provider sia un fattore cruciale. Quello che se non sarà Tim allora non comprerà iPhone, quello che speriamo che sia Vodafone, quello che o Wind o morte, e poi Tre (ma non è il quarto?) eccetera.

(Via Ping!.)

Gran bel pezzo di Lux sull’ansia da iPhone, bazze tariffarie e ricordi ormonali.

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Paternità su Twitter

Twitter / pm10: Poi la gente si chiede…:

Poi la gente si chiede a cosa serve twitter? 🙂 a seguire le nascite in diretta, ben arrivata ludovica, e complimentoni a patrizia e al papà

(Via Twitter / pm10.)

Pochi minuti fa è nata Ludovica, la figlia di Nicola Mattina. Il papà ne sta facendo ancora la twittercronaca in diretta: sappiamo il momento della nascita ma non ancora lunghezza e peso.

Da bi-papà di recente esperienza ho ben in mente cosa si prova in quei momenti (che io ho invece passato al telefono). Nicola e Patrizia hanno tutta la mia empatia.

Dal punto di vista dei social network fa piacere che una tecnologia ripetutamente bollata come cazzatina permetta di condividere momenti come questi.

Benvenuta in questo mondo reale e virtuale, Ludovica, ti aspettiamo ad un Nicola Mattina Special Breaking News with Friends and Babies.

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La notte dell’iphone e la storia di Apple

It lives up to every bit of hype:

It was worth every minute of waiting in line.

[…]

If you wonder why Apple gets hype you need to come and wait in line with us and see just what’s up.

The adrenaline has to subside a bit before I really take on doing a halfway decent review.

(Via Scobleizer – Microsoft Geek Blogger.)

Queste le prime impressioni di Robert Scoble dopo diverse ore di fila per essere il primo cliente ad acquistare un iPhone.

E se queste sono le parole del geek blogger più famoso del mondo, ex bandiera di Microsoft e non sempre tenero con Apple vuol dire che sono cambiati i tempi.

Ho cominciato a seguire i keynote di Jobs a gennaio 1998 quando, rientrato “a casa” da un anno annunciava i G3 bianchi e blu e con fare messianico rivelava che erano disponibili il giorno stesso (in un periodo in cui era tipico aspettare mesi per i prodotti), che si potevano aprire con una mano mentre erano in funzione e che avevano finalmente prezzi ragionevoli. Eravamo tra Applicandiani, appassionati Mac e altri giornalisti da Apple Italia e ricordo i commenti di Enzo Biagini e dei suoi colleghi sulla segretezza degli annunci, sconosciuti alla stessa Apple Italia fino a quel momento.

A ripensarci, pur nel tentativo di parlare al mondo, i discorsi di Jobs “funzionavano” verso chi era già utente Apple. Era un rafforzare lo spirito di corpo, esaltare i già esaltati e mettere un po’ di curiosità al resto del mondo.

Poi arrivarono gli iMac colorati, gli iBook, il PowerBook Titanium e piano piano gli eventi Apple sbucavano su trafiletti di Repubblica e altri media mainstream. Il punto di svolta probabilente è avvenuto nell’autunno 2001 con il lancio dell’iPod. Questa volta mi è toccato un lungo viaggio nella nebbia dell’A1 da Bologna a Milano per raggiungere un party di Apple Italia in un bar di Milano, con iPod on the rocks, dentro tavolini di plexiglass riempiti di finto ghiaccio. Le impressioni erano scettiche anche da parte di noi Apple user: “carino ma costa troppo”. Poi la cascata dei modelli successivi con calo dei costi, l’integrazione sempre maggiore con iTunes e lo stesso iTunes Music Store hanno cambiato il corso degli eventi.

Sempre più utenti non Apple si interessano o passano ad Apple. Saranno anche switchers ma non sono tutti dei “convertiti” come ce li immaginavamo allora: data una concezione elitaria dell’essere utenti Apple, ci si aspettava che chi diventasse tale subisse una folgorazione e capisse al volo l’essenza della filosofia Apple.

Invece no: come è ovvio sono arrivati utenti entusiasti rifondaroli-Apple, utenti critici, utenti scettici, utenti “utilizzatori” e utenti bulimici di feature. Questi ultimi sono quelli che credono che sia normale la bolgia di pannelli nelle preferenze di Outlook o di Word.

Per Apple non è più facile comunicare con tutti questi utenti, non avendo più un pubblico uniformemente fedele. Come se non bastasse Internet e la Blogosfera hanno trasformato il passaparola in un fenomeno globale e una qualunque critica fa il giro del pianeta. Jobs li ha sedotti con i nuovi prodotti e le scelte strategiche, ha intaccato il monopolio di Windows aggirandolo per la via dell’entertainment ma oggi si trova gente che paragona l’iPhone e N95 perché non fanno esattamente le stesse cose.

Per un utente Apple di vecchia data è ovvio saltare questo tipo di paragoni: l’iPhone, come l’iPod o Apple TV sono oggetti unici e non una somma brulicante di feature. Se sei un fanatico dei data sheet scritti fitti, per favore lascia stare Apple. Meno siamo meglio stiamo.

Da un altro punto di vista è invece logico e giusto che Apple venga paragonata ad altre case costruttrici perché è sbarcata nel mondo reale e con esso deve confrontarsi.

E poi ci sono i blog e twitter: queste critiche da due fronti: scettici e fedeli piovono in un river of news nella notte dell’iphone e l’effetto finale è un’esperienza nuova che segnerà la storia di Apple.

[fine prima parte causa esaurimento batteria, a risentirci]

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