E’ difficile stabilire con certezza dove si trovino i server che fanno “tremare” il mondo della diplomazia in queste ore, quelli dove Wikileaks piazza i suoi documenti segreti.
Il mondo è in ebollizione per le rivelazioni di wikileaks e non c’è tanto tempo per fare una scheda su dove si trovino i server, nemmeno quello per cambiare le frasi copiaincollate.
Comincio il giro da Repubblica.it che ci adorna le foto del bunker Pionen:
E’ difficile stabilire con certezza dove si trovino i server che fanno “tremare” il mondo della diplomazia in queste ore, quelli dove Wikileaks piazza i suoi documenti segreti. Alcuni ritengono che l’ultima pubblicazione, i file del Dipartimento di Stato Usa, sia ‘ospitata’ nella fredda Islanda: è lì che a inizio mese Assange ha registrato la Sunshine Press Production, prima entità giuridica collegata a Wikileaks. Del resto, è proprio in Islanda che vive Kristinn Hrafnsson, portavoce del sito, e di fatto numero due di Assange. I documenti iracheni resi noti a fine ottobre, si trovano invece con tutta certezza in Svezia, all’interno di un ex bunker atomico costruito durante la Guerra fredda. I server sono collocati nel centro dati della Bahnhof, uno dei maggiori provider svedesi, a 30 metri di profondità a Stoccolma, separati dall’esterno con porte da 40 cm di spessore, all’interno del quale Wikileaks ha affittato alcune macchine. Il nome in codice della struttura, originariamente gestita dai militari e predisposta per resistere all’esplosione di una bomba all’idrogeno, è “Pionen White Mountains”.
(via Foto Svezia, nel bunker dei server di WikiLeaks – 1 di 13 – Repubblica.it)
Proseguiamo con l’Unità.it che ci fa una schedina senza foto:
E’ difficile stabilire con certezza dove si trovino i server che fanno “tremare” il mondo della diplomazia in queste ore, quelli dove Wikileaks piazza i suoi documenti segreti. Alcuni ritengono che l’ultima pubblicazione, i file del Dipartimento di Stato Usa, sia ‘ospitata’ nella fredda Islanda: e’ li’ che a inizio mese Assange ha registrato la Sunshine Press Production, prima entita’ giuridica collegata a Wikileaks. Del resto, e’ proprio in Islanda che vive Kristinn Hrafnsson, portavoce del sito, e di fatto numero due di Assange. I documenti iracheni resi noti a fine ottobre, si trovano invece con tutta certezza in Svezia, all’interno di un ex bunker atomico costruito durante la Guerra fredda. I server sono collocati nel centro dati della Bahnhof, uno dei maggiori provider svedesi, a 30 metri di profondita’ a Stoccolma, separati dall’esterno con porte da 40 cm di spessore, all’interno del quale Wikileaks ha affittato alcune macchine. Il nome in codice della struttura, originariamente gestita dai militari e predisposta per resistere all’esplosione di una bomba all’idrogeno, e’ “Pionen White Mountains”. Poi ci sono i pirati svedesi, che in agosto hanno concluso un accordo con l’australiano per ospitare alcuni documenti. “Il sito e’ sotto costante minaccia di essere sabotato da organizzazioni corrotte o illegali che cercano di nascondere la verita’ al pubblico”, disse Rick Falkvinge, leader del Piratpartiet. Una ricerca sull’ip, l’indirizzo internet, del sito principale rimanda pero’ a un provider francese, dopo una serie di triangolazioni con Francoforte. E il mistero su dove si trovino i server rimane.
(via Wikileaks, il mistero sui server che fanno tremare il mondo – Mondo – l’Unità.it)
Stesso testo per Rainews24.it:
E’ difficile stabilire con certezza dove si trovino i server che fanno “tremare” il mondo della diplomazia in queste ore, quelli dove Wikileaks piazza i suoi documenti segreti.
Alcuni ritengono che l’ultima pubblicazione, i file del Dipartimento di Stato Usa, sia ‘ospitata’ nella fredda Islanda: è lì che a inizio mese Assange ha registrato la Sunshine Press Production, prima entità giuridica collegata a Wikileaks.
Del resto, è proprio in Islanda che vive Kristinn Hrafnsson, portavoce del sito, e di fatto numero due di Assange. I documenti iracheni resi noti a fine ottobre, si trovano invece con tutta certezza in Svezia, all’interno di un ex bunker atomico costruito durante la Guerra fredda.
I server sono collocati nel centro dati della Bahnhof, uno dei maggiori provider svedesi, a 30 metri di profondità a Stoccolma, separati dall’esterno con porte da 40 cm di spessore, all’interno del quale Wikileaks ha affittato alcune macchine. Il nome in codice della struttura, originariamente gestita dai militari e predisposta per resistere all’esplosione di una bomba all’idrogeno, è “Pionen White Mountains”.
Poi ci sono i pirati svedesi, che in agosto hanno concluso un accordo con l’australiano per ospitare alcuni documenti. “Il sito è sotto costante minaccia di essere sabotato da organizzazioni corrotte o illegali che cercano di nascondere la verita’ al pubblico”, disse Rick Falkvinge, leader del Piratpartiet.
Una ricerca sull’ip, l’indirizzo internet, del sito principale rimanda però a un provider francese, dopo una serie di triangolazioni con Francoforte. E il mistero su dove si trovino i server rimane.
(via Mistero sui server che fanno tremare il mondo – Rainews24.it)
Forse che sia un’Ansa?
ROMA- E’ difficile stabilire con certezza dove si trovino i server che fanno “tremare” il mondo della diplomazia in queste ore, quelli dove Wikileaks piazza i suoi documenti segreti. Alcuni ritengono che l’ultima pubblicazione, i file del Dipartimento di Stato Usa, sia ‘ospitata’ nella fredda Islanda: e’ li’ che a inizio mese Assange ha registrato la Sunshine Press Production, prima entita’ giuridica collegata a Wikileaks. Del resto, e’ proprio in Islanda che vive Kristinn Hrafnsson, portavoce del sito, e di fatto numero due di Assange.
I documenti iracheni resi noti a fine ottobre, si trovano invece con tutta certezza in Svezia, all’interno di un ex bunker atomico costruito durante la Guerra fredda. I server sono collocati nel centro dati della Bahnhof, uno dei maggiori provider svedesi, a 30 metri di profondita’ a Stoccolma, separati dall’esterno con porte da 40 cm di spessore, all’interno del quale Wikileaks ha affittato alcune macchine. Il nome in codice della struttura, originariamente gestita dai militari e predisposta per resistere all’esplosione di una bomba all’idrogeno, e’ “Pionen White Mountains”.
Poi ci sono i pirati svedesi, che in agosto hanno concluso un accordo con l’australiano per ospitare alcuni documenti. “Il sito e’ sotto costante minaccia di essere sabotato da organizzazioni corrotte o illegali che cercano di nascondere la verita’ al pubblico”, disse Rick Falkvinge, leader del Piratpartiet. Una ricerca sull’ip, l’indirizzo internet, del sito principale rimanda pero’ a un provider francese, dopo una serie di triangolazioni con Francoforte. E il mistero su dove si trovino i server rimane.
(via Wikileaks: mistero su server che fanno tremare mondo – Mondo – ANSA.it)
No, forse è dell’Unione Sarda:
E’ difficile stabilire con certezza dove si trovino i server che fanno “tremare” il mondo della diplomazia in queste ore, quelli dove Wikileaks piazza i suoi documenti segreti. Alcuni ritengono che l’ultima pubblicazione, i file del Dipartimento di Stato Usa, sia ‘ospitata’ nella fredda Islanda: è lì che a inizio mese Assange ha registrato la Sunshine Press Production, prima entità giuridica collegata a Wikileaks.
Del resto, è proprio in Islanda che vive Kristinn Hrafnsson, portavoce del sito, e di fatto numero due di Assange. I documenti iracheni resi noti a fine ottobre, si trovano invece con tutta certezza in Svezia, all’interno di un ex bunker atomico costruito durante la Guerra fredda. I server sono collocati nel centro dati della Bahnhof, uno dei maggiori provider svedesi, a 30 metri di profondità a Stoccolma, separati dall’esterno con porte da 40 cm di spessore, all’interno del quale Wikileaks ha affittato alcune macchine. Il nome in codice della struttura, originariamente gestita dai militari e predisposta per resistere all’esplosione di una bomba all’idrogeno, è “Pionen White Mountains”. Poi ci sono i pirati svedesi, che in agosto hanno concluso un accordo con l’australiano per ospitare alcuni documenti. “Il sito è sotto costante minaccia di essere sabotato da organizzazioni corrotte o illegali che cercano di nascondere la verità al pubblico”, disse Rick Falkvinge, leader del Piratpartiet. Una ricerca sull’ip, l’indirizzo internet del sito principale, rimanda però a un provider francese, dopo una serie di triangolazioni con Francoforte. E il mistero su dove si trovino i server rimane.
(via Il mistero sui server che fanno tremare il mondo – Nel Mondo – L’Unione Sarda)
Interessante scoop anche per i Bambini di Satana:
E’ difficile stabilire con certezza dove si trovino i server che fanno “tremare” il mondo della diplomazia in queste ore, quelli dove Wikileaks piazza i suoi documenti segreti.
Alcuni ritengono che l’ultima pubblicazione, i file del Dipartimento di Stato Usa, sia ‘ospitata’ nella fredda Islanda: è lì che a inizio mese Assange ha registrato la Sunshine Press Production, prima entità giuridica collegata a Wikileaks.
Del resto, è proprio in Islanda che vive Kristinn Hrafnsson, portavoce del sito, e di fatto numero due di Assange. I documenti iracheni resi noti a fine ottobre, si trovano invece con tutta certezza in Svezia, all’interno di un ex bunker atomico costruito durante la Guerra fredda.
I server sono collocati nel centro dati della Bahnhof, uno dei maggiori provider svedesi, a 30 metri di profondità a Stoccolma, separati dall’esterno con porte da 40 cm di spessore, all’interno del quale Wikileaks ha affittato alcune macchine. Il nome in codice della struttura, originariamente gestita dai militari e predisposta per resistere all’esplosione di una bomba all’idrogeno, è “Pionen White Mountains”.
Poi ci sono i pirati svedesi, che in agosto hanno concluso un accordo con l’australiano per ospitare alcuni documenti. “Il sito è sotto costante minaccia di essere sabotato da organizzazioni corrotte o illegali che cercano di nascondere la verita’ al pubblico”, disse Rick Falkvinge, leader del Piratpartiet.
Una ricerca sull’ip, l’indirizzo internet, del sito principale rimanda però a un provider francese, dopo una serie di triangolazioni con Francoforte. E il mistero su dove si trovino i server rimane.
Smetto qui e vi lascio continuare il gioco con Google.
Non mi pare però un bel modo per iniziare il giorno che cambiò l’informazione, quello che secondo le intenzioni di questo bell’editoriale di Repubblica, lancia una nuova sfida sia ai cittadini internettiani che ai giornalisti:
[…] gli operatori professionali dell’informazione avranno il compito di “confezionare” al meglio i file rivelati, renderli il più “leggibili” possibile e, soprattutto, con un lavoro di grande qualità, scavare negli archivi e nella memoria per collegare e spiegare fatti e misfatti che quelle carte certamente collegano e spiegano purché qualcuno sappia metterci le mani con perizia.
Quello che un po’ dispiace e’ vedere come la nostra stampa si sia buttata principalmente sulle notizie ad impatto piu’ immediato, senza molte riflessioni sulle implicazioni per il lavoro giornalistico, su cosa e’ buono pubblicare e cosa no, quale significato possa avere per una ricostruzione dei fatti, ecc. Il Guardian per es. ha un editoriale e diversi video in tal senso, oltre ad una intervista ad uno storico sulla portata di questi documenti.
Concordo in pieno, adoro le riflessioni ben documentate. 🙂