Oggi è stato il primo giorno di scuola elementare di Cesare.
In una classe affollata di bambini e genitori emozionati, dentro una nota e apprezzata scuola nel bosco i primi argomenti affrontati sono i tagli derivanti dalla riforma Gelmini e la cronica mancanza di materiale della classe. Gli stessi argomenti hanno animato la riunione preliminare la settimana scorsa.
Di colpo ti senti proiettato nella cronaca, negli speciali radiotelevisivi di ieri mattina, sulle “scuole al via ma mancano i fondi”, sui titoli urlati, i dibattiti infiniti, le cure sintomatiche e non strutturali.
Parte oggi (a Bologna ché gli speciali e le notizie per il resto d’Italia sono partiti ieri) un lungo tunnel che finirà, se tutto va bene, tra 13 anni.
Tredici anni in cui Cesare, insieme ai suoi compagni di avventura, dovrà imparare le cose della vita nonostante la scuola, i programmi, le decisioni ministeriali e grazie agli sforzi dei singoli insegnanti e dei genitori.
L’istituzione-scuola è una barca di legno vecchio, piena di crepe e coperta di toppe, il cui stato di malato cronico viene accettato con un’alzata di spalle all’italiana. Le cose stanno così, cosa vuoi farci. Chi prova a toccarle fa più male che bene.
In fondo al tunnel, l’ultimo giorno di quei tredici anni previsti i giornali e le televisioni tornano a parlare della scuola per gli esami di maturità. Traguardo con bandiera a scacchi per la corsa dell’armata Brancaleone, parvenza di ufficialità di un edificio pericolante, argomento che fa notizia non si sa bene perché.
Quando nel lontano 1987 ci sono passato mi sentivo sotto l’occhio del microscopio. “Mi raccomando l’Esame!”. Ti raccomandi cosa? Non dovresti essere tu a prepararmi? Mi lasci da solo? Ma cosa vi aspettavate da noi? A cosa dobbiamo stare attenti? Dopo anni e anni di fogli protocollo, di compiti, di routine di sopravvivenza, di passione occasionale per cui ringraziare un prof. volenteroso e mai l’istituzione in sé? Cosa me ne importa dei consigli sulla dieta giusta per l’esame quando non so affrontare un esame perché nessuno me l’ha insegnato?
Alfa e omega.
Prima elementare e quinta superiore. Il massimo dell’attenzione mediatica.
E in mezzo?
sicché tra qualche mese sarà perfettamente in grado di leggere quello che scrivi tu… e pure io.
ahi ahi 😀