Gmail come antispam e casella unica

Leggendo il grido d’allarme di Gioxx poco fa su Twitter mi sono ricordato di un post che volevo scrivere sull’utilità di Gmail come imbuto di raccolta antispam e concentratore di caselle uniche.

L’idea non è nuova ma vale la pena di aggiungere qualche considerazione.

Andiamo con ordine: Gmail è una mega-casellona centralizzata sui server di Google di 2 GB di spazio, con un efficiente motore di ricerca, sistema di tag e filtro antispam. E’ quindi un buon candidato a conservere tutte le nostre mail, indipendentemente dalla casella in cui arrivano (non considero le preoccupazioni di privacy in questa analisi). Per fare questo recentemente Gmail ha introdotto la possibilità di controllare fino a cinque altre caselle di posta facendo le funzioni del nostro solito programma di posta. Basta inserire le credenziali (username, password, indirizzo del server di posta), rispondere ad un mail di verifica ed il gioco è fatto.

gmail_send_mail_as.png

Con una procedura analoga è possibile spedire posta con un indirizzo mittente diverso da Gmail. Si possono usare sia gli stessi indirizzi delle caselle in entrata che indirizzi diversi. In questo modo i nostri destinatari non si accorgono (a meno di spulciare gli header) della provenienza googliana della nostra posta.

gmail_get_mail.png

A questo punto si puo’ decidere se leggere la posta via web oppure farla scaricare dal nostro client solamente dalla casella GMail.

Il primo vantaggio di questo scenario è di avere la posta permanentemente conservata nello stesso posto tenendo sgombre le altre caselle. Il secondo vantaggio è che tutta la posta viene ripulita dallo spam prima di essere controllata dal nostro programma di posta, liberandocene definitivamente. Il controllo è particolarmente efficiente perché essendo un sistema centralizzato da Google può confrontare i dati di milioni di email da tutto il mondo e per tanti destinatari diversi. Un po’ come il controllo antispam Akismet di WordPress.

I server di posta possono essere consultati in due modi, principalmente: con protocollo POP3 o IMAP. Detta semplicemente la differenza sta nel fatto che nel primo caso la posta viene scaricata sul proprio computer e sul server ne rimane una copia temporanea o nessuna copia, nel secondo caso vengono scaricate solo le intestazioni dei messaggi (o anche una copia completa in cache) ma sul server rimane integralmente tutta la posta, che puo’ essere gestita in cartelle, copiata, spostata, etc. In alte parole, in POP3 il nostro computer fa da luogo di conservazione principale mentre il server è un’area di transito, in IMAP il server ha il ruolo principale e il client è, appunto, solo un client. Tecnicamente c’è molto di più da dire ma per fissare le idee mi basta questo.

Se siamo abituati a leggere la posta da un computer solo, potremmo non notare la differenza ma se abbiamo più postazioni di lavoro (casa, ufficio, portatile, casa di amici o colleghi, etc.) la differenza è importante: controllare la posta sempre via POP produce copie multiple e sfasate dei propri mail su vari computer, lavorare via IMAP no: tutto rimane sul server come succede, appunto su Gmail o su qualunque altro webmail.

Torniamo a noi: come fare per centralizzare la posta su Gmail quando si hanno più di cinque account da far consultare a GMail stesso. Un’idea banale è quella di farsi una seconda casella GMail ma questo guasterebbe i vantaggi della centralizzazione. La mia idea è di controllare se uno degli account in questione permette la connessione via IMAP, oppure di procurarsi un qualunque account gratuito o del proprio provider che consenta la consultazione via IMAP. Ad esempio, le mie caselle di casa di Fastweb hanno questa possibilità, l’account di poste.it anche, l’account dotmac pure (anche se nel client viene chiamato “modalità dotmac”, il funzionamento è IMAP). Nel mio caso il solo account Iperbole (glorioso e gratuito, non se ne dica mai male) del Comune di Bologna è limitato al protocollo POP3.

Scelta la casella IMAP, questa sarà il “gateway” di tutte le caselle in eccesso per Gmail. Vediamo come. Supponiamo di avere un numero n di caselle, maggiore di 5, di cui almeno una con protocollo POP3.

  1. Impostiamo Gmail per controllare 4 nostre caselle solo POP3;
  2. Impostiamo Gmail per controllare la nostra casella IMAP
  3. Impostiamo il nostro client di posta usuale (ad esempio Apple Mail o Thunderbird) per controllare sia la stessa casella IMAP che controlla Gmail sia le restanti (n-5) caselle POP3
  4. Cominciamo a controllare la posta normalmente
  5. Ogni tanto, con periodicità dettata dai nostri gusti e dal modo di lavorare, trasciniamo tutti i mail delle (n-5) caselle di posta del nostro client sulla casella IMAP nello stesso client.

imap_to_gmail.png

Il gioco è fatto: la casella IMAP riceve la posta trascinata da noi perché possiamo manipolare (aggiungere, cancellare, spostare) posta sul server. La stessa casella puo’ essere controllata dal client mentre viene svuotata regolarmente da GMail via POP3. Quella casella ha una doppia vita e fa esattamente il lavoro che serve a noi.

Questo scenario si applica a chi è abituato a lavorare in maniera mista via webmail e via client, richiede un intervento umano anche se non sarebbe impensabile fare uno script a patto di lasciare sempre il proprio computer acceso. In alternativa si può scegliere una casella che permetta un forward permanente della posta verso un’altra casella (in questo caso Gmail) ma la soluzione è poco pulita perché gli header non restano gli stessi (pignolerie da geek retaiolo).

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2 commenti

  1. Se ci devo mettere in mezzo il lavoro “a manina”, il vantaggio termina inesorabilmente ed è perfettamente inutile il fetch di gmail (a quel punto apro il Thunderbird di casa da remoto ed il gioco è fatto). Ho già risolto in modo “molto tamarro” impostando alcuni reindirizzamenti automatici dalle caselle che lo consentono.

    Facendo arrivare tutto al mio account principale con apposite etichette per distinguere le mail diventa tutto perfetto e comodissimo! 🙂

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