David Pogue stigmatizza la differenza di sempre fra i prodotti Apple e quelli del resto del mondo: il metro del numero di features vs. l’armonia dell’insieme con tutti i suoi limiti.
Apple TV Has Landed – New York Times:
In the end, these early attempts to bridge the gulf between computer and TV perfectly reinforce the conventional wisdom about Apple: Apple TV offers a gracious, delightful experience — but requires fidelity to Apple’s walled garden.
Its rivals, meanwhile, offer many more features, but they’re piled into bulkier boxes with much less concern for refinement, logic or simplicity.
(Via Luca Sofri.)
Con una variabile in più, questa volta: prima di proporre il prodotto, Apple ha fidelizzato legioni di utenti al download di miliardi di canzoni e non so quanti film e telefilm. Sta parlando ad un pubblico già formato e presente, senza fare la vox clamans.
Certo, se serve qualcosa per pleiare i divuix (o vedere i divecs come dicono i più fighetti), basta cercare altrove o tenersi il proprio iMac 20′ con la sua dotazione di telecomando, interfaccia di Front Row e aggiungere un pizzico di codec DivX 🙂
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