Schindler’s List senza

Pensavo di essere l’unico ad aver notato che Schindler’s List trasmesso lunedi 29 gennaio 2007 da Rete 4 era privo di interruzioni pubblicitarie e invece mi sbagliavo.

La sera, messi a letto i due pargoli, cerchiamo pigramente qualcosa da vedere sui canali generalisti (nella casa provvisoria siamo senza satellite), a volte così pigramente che quando ci imbattiamo in un film di cui abbiamo il DVD sullo scaffale qui accanto, decidiamo di vederlo direttamente in TV per non alzarci a infilare il disco nel lettore.

Nel caso del film di Spielberg la reazione istintiva è stata inversa: è troppo coinvolgente per vederlo con lo spezzatino che ne farà Rete 4. Un pianto di troppo del neonato Ulisse ci ha trattenuto su quel canale abbastanza tempo da notare che non c’erano interruzioni. Ovviamente abbiamo finito per vederlo tutto.

Confermo che non c’è stata la minima interruzione e che per la gioia di noi cinefili, tutti i titoli di coda sono stati trasmessi integralmente. Resta tuttavia l’impressione che l’operazione sia solo una foglia di fico a copertura della politica editoriale di Rete 4 che tratta i suoi contenuti peggio di Chi o Novella 2000 farcendoli di inserzioni fino alla saturazione (chi scrive è un Colombo-Zombie capace di sorbirsi Emilio Fido tra l’omicidio e le indagini del tenente più stazzonato della storia).

Giunti all’ultimo fotogramma, stemperata la commozione, sembrava che mancasse qualcosa. Infatti mancava qualcosa: i sottotitoli che in Schindler’s List spiegano luoghi e situazioni, per non parlare della dedica finale ai sei milioni di ebrei uccisi a chiusura della scena-documentario in cui i veri ebrei di Schindler accompagnano gli attori a mettere pietre sulla tomba del loro salvatore.

Bel modo di onorare la giornata della memoria.

E già che ci siamo cominciamo a chiamare quel film con l’unico titolo italiano sensato: La Lista di Schindler.

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