Anche Punto Informatico smentisce la notizia di Repubblica.it già vagliata da Paolo Attivissimo su The Register: il P2P non c'entra.
In un'altro articolo di PI si pubblica un'interessante lettera di un avvocato che approfondisce i dettagli legali del P2P:
In termini più generali, occorre dire che il P2P, almeno nelle sue espressioni più recenti e decentrate, non è illegale di per sé. Tutto dipende da cosa si condivide. Le modalità della condotta (lucrativa o meno) incidono invece sul trattamento sanzionatorio che, nella stragrande maggioranza dei casi, considerata l'ordinaria gratuità dello sharing, non ha rilevanza penale.
Non sono qui a difendere il P2P perché so che, normalmente, si scambiano materiali sui quali terzi vantano diritti morali e patrimoniali. Tanto meno sono a sindacare sull'opportunità o meno di perseguire il mero “scaricatore” di materiali protetti. È un aspetto che, come avvocato, non mi compete. Dico soltanto che la legge penale vigente va interpretata in modo assolutamente rigido, senza trasformarla in strumento mediatico di deterrenza oltre il chiarissimo significato delle parole.